Il progressivo invecchiamento della popolazione e l’aumento delle cronicità rendono necessario un cambio di paradigma dei servizi di riabilitazione.
Questo è il messaggio che l’Associazione Italiana Fisioterapisti sta cercando di diffondere.
Più nel dettaglio, è necessario passare dal considerare la riabilitazione territoriale come un complemento di quella iniziata in ospedale a un servizio completo e multidisciplinare capace di dare risposta alle tante richieste riabilitative presenti nei territori, per lo più legate a patologie croniche.
Solo in questo modo, secondo AIFI, sarà possibile accogliere e aiutare i tanti soggetti che potrebbero trarre giovamento da percorsi riabilitativi.
Tra le modalità operative che si possono sperimentare c’è, per esempio, il fisioterapista di comunità: al momento esiste una sola esperienza di questo tipo in tutto il Paese, nel territorio coperto dall’Ausl Toscana Centro, attivata lo scorso luglio tramite apposita delibera (n. 1057/2019).
Dare maggiore importanza alle esperienze territoriali non significa, però, abbandonare quelle ospedaliere: secondo AIFI è altrettanto necessario che le aziende sanitarie operino per rendere i servizi di riabilitazione ospedalieri per acuti sicuri e sempre più appropriati perché ciò potrà determinare un miglioramento degli esiti per i pazienti e dei risultati in termini di gestione del sistema e della rete dei servizi di riabilitazione.
A tal fine è necessario che i reparti di riabilitazione si dotino di strumenti per la valutazione dei percorsi e utilizzino al meglio le varie competenze presenti al loro interno.
Stefania Somaré