I tutori di piede-caviglia vengono utilizzati in molte patologie, sia in situazione di cronicità sia a seguito di eventi acuti. Sono utili, per esempio, nella paralisi cerebrale infantile, ma anche nella fase di stabilizzazione di una caviglia che ha subito una distorsione.
Esistono diverse tipologie di questi tutori e, in teoria, ognuna dovrebbe essere utile per un particolare tipo di situazione. Non sempre, però, la letteratura supporta questi usi, motivo per il quale la ricerca continua, anche per migliorare sempre più i modelli.
Uno studio giapponese, per esempio, ha valutato quale sia l’impatto della linea di taglio del tutore a balestra posteriore flessibile sulla rigidità in dorsiflessione e plantarflessione plantare. Pubblicato open su The Journal of Physical Therapy Science, lo studio mette a confronto AFO costruiti con due diversi tipi di spessore, 3 e 4 mm, e tre diverse linee di taglio.
Per valutarne l’effetto sulla dorsi- e plantar-flessione plantare, gli autori hanno quindi utilizzato un tester meccanico, registrando anche la rigidità del tutore. Ogni condizione è stata testata con 5 prove consecutive.
I risultati mostrano innanzitutto che il momento della plantarflessione è maggiore di quello della dorsi-flessione; tuttavia, il livello della linea di taglio può influenzare molto queste misure. In particolare, gli autori hanno osservato una riduzione progressiva del momento in dorsiflessione man mano che la linea di taglio si sposta verso il dietro, coprendo così una più stretta area dell’arto inferiore. Per quanto riguarda lo spessore del tutore, questo influenza il momento di platarflessione.
Con uno spessore di 3 mm al massimo angolo di dorsi-flessione (8°), infatti, questa misura si aggira tra i 7.56 Nm e gli 11.2 Nm a seconda della profondità della linea di taglio. Uno spessore di 4 mm aumenta questi valori sensibilmente, portandoli a un range compreso tra i 15.06 Nm e i 20.4 Nm.
Lo spessore influenza anche il momento di dorsi-flessione. Al massimo angolo di plantarflessione (8°), infatti, questa misura passa da un range compreso tra −16.92 Nm e −25.44 con uno spessore di 3 mm a un range compreso tra −25.86 Nm e −41.10 Nm con uno spessore di 4 mm.
Anche in questo caso, a fare la differenza è la linea di taglio. Questi esiti si possono leggere anche dal punto di vista clinico. Il tutore a balestra posteriore flessibile rigido corrisponde infatti al modello di taglio 6/12 AP considerato dallo studio, mentre il modello morbido al taglio 4/12 AP: se si mettono a confronto i momenti in plantar-flessione e dorsi-flessione tra i due modelli, quello a 6/12 AP è sempre 1.5 – 1.6 volte maggiore dell’altro. Questi risultati, insieme ad altri valutati dallo studio, evidenziano una chiara correlazione tra la linea di taglio e la rigidità del tutore. È quindi importante tenere in considerazione questi fattori nella costruzione di questi tutori: ciò può infatti facilitare o meno l’uso del tutore nel passo.
Lo studio è stato condotto dal Dipartimento di Progettazione dell’Ambiente Umano della Facoltà di Design della Vita Umana dell’Università di Tokyo in collaborazione con il Dipartimento di Protesi, Ortesi e Tecnologie Assistive della Facoltà di Riabilitazione della Niigata University su Salute e Welfare.
(Lo studio: Go T, Agarie Y, Suda H, Maeda Y, Katsuhira J, Ehara Y. Effect of trim line on stiffness in dorsi- and plantarflexion of posterior leaf spring ankle-foot orthoses. J Phys Ther Sci. 2022 Apr;34(4):284-289. doi: 10.1589/jpts.34.284. Epub 2022 Apr 8. PMID: 35400835; PMCID: PMC8989486)
Stefania Somaré