Quest’anno a Exposanità, in programma a BolognaFiere dal 17 al 19 aprile, ci saranno vari momenti dedicati alla disabilità, alcuni dei quali organizzati dall’Associazione Italiana Terapisti Occupazionali.

Il primo appuntamento è per il 17 aprile. Intitolato “L’esperienza dei bambini con disabilità e delle famiglie che prendono parte al progetto All Inclusive Sport: uno studio qualitativo”, l’incontro punta a presentare i risultati di un progetto in essere a Reggio Emilia dal 2016, ovvero “All Inclusive Sport”. Sull’onda di quanto accade nelle scuole italiane, il progetto prevede di inserire bambini con disabilità all’interno di squadre sportive di normodotati, ideando un apposito “piano” di allenamento che sia sostenibile e realistico, tanto per l’atleta con disabilità quanto per i compagni di squadra.

Figura centrale di questo progetto è il super-tutor, che sviluppa i piani di allenamento e, se necessario, affianca anche l’allenatore della squadra. Nell’anno 2023-24 sono 205 i giovani atleti disabili a essere entrati nel progetto e 100 le società sportive coinvolte. L’esperienza, assicurano, sostiene l’accettazione della propria unicità e allenta la paura di sbagliare quando si inizia una nuova esperienza. 

Carrozzina: importantissima, ma deve essere ben scelta

Sempre il 17 aprile AITO parlerà anche di carrozzine, ausili di grande importanza per supportare l’autonomia di disabili e anche anziani. Stime dell’Organizzazione Mondiale della Sanità dicono che l’1% della popolazione mondiale utilizza questo ausilio, una percentuale destinata a crescere con l’invecchiamento della popolazione. Scegliere la carrozzina adeguata alla persona è un passaggio importante, perché può fare la differenza tra sostenere le capacità funzionali del soggetto oppure limitarle. Non solo. La carrozzina sbagliata può addirittura diventare un pericolo per l’utilizzatore.

L’evento “La carrozzina e la qualità di vita delle persone con disabilità: ruolo, esperienze, innovazioni, strumenti e linee guida” punta proprio a mettere in evidenzia la necessità di seguire un approccio scientifico nello scegliere la carrozzina. Importante, poi, è istruire il paziente all’uso dell’ausilio stesso. 

Il ruolo della telemedicina in Terapia Occupazionale

Il 17 aprile vedrà AITO impegnata anche nel presentare un proprio progetto che integra nel processo di riabilitazione anche le nuove tecnologie e l’Intelligenza Artificiale. Obiettivo del progetto: prendere in carico pazienti geriatrici che seguono una terapia occupazionale sul territorio, per ottimizzare i risultati del percorso e migliorare la qualità di vita dei pazienti stessi. Titolo dell’evento: “La teleriabilitazione applicata alla Terapia occupazionale: proposta di un progetto di riabilitazione integrata all’utilizzo delle nuove tecnologie e delle AI”. I relatori spiegheranno nel dettaglio il progetto e come intendono utilizzare l’IA.

Di interventi da remoto si parlerà anche il 18 aprile, con un intero seminario dedicato a “Demedyacare”, un programma di teleassistenza occupazionale dedicato a pazienti con demenza e al loro caregiver per sviluppare insieme strategie per fronteggiare i momenti difficili e ridurre il rischio di esaurimento. Il programma è già stato testato da una équipe multidisciplinare fatta da geriatra, neurologo, psicologo e terapista occupazionale e prevede 2 telefonate o videochiamate alla settimana con il caregiver, condotte dal terapista occupazionale ed effettuate tramite strumenti formali. Durata del percorso, 3 settimane. L’intento è quello di rendere il caregiver autonomo.

L’ambiente fa la differenza

Uno degli aspetti più importanti e non sempre ricordati, quando si parla di disabilità, è l’ambiente in cui vive e si muove il disabile stesso. Questo dovrebbe essere il più possibile organizzato per limitare i rischi di caduta e incidente e, al contempo, per supportare le autonomie del soggetto. Di questo si parlerà il 19 aprile durante l’evento “Valutazione Ambientale: il primo passo per il ritorno alla quotidianità”.

Il sopralluogo dell’ambiente di vita e di lavoro consente di rendere gli spazi non solo più sicuri, ma anche inclusivi, identificando ausili e soluzioni per favorire l’autonomia. Un programma denso, quindi, che permetterà di approfondire il ruolo del terapista occupazionale in questi aspetti di vita del disabile, che sia congenito o acquisito.