Ortesi per scarico plantare a confronto

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Dal punto di vista funzionale, le ortesi possono servire per immobilizzare la parte, ridurne il range of motion o il carico selettivo e correggerne la forma, consentendo la rapida mobilizzazione dell’arto, la riduzione del dolore e l’avvio di un trattamento conservativo sicuro.

Uno studio tedesco ha messo a confronto cinque comuni ortesi di piede, verificandone su pedana baropodometrica gli effetti sulla pressione plantare: scarpe post-operatorie, scarpe per lo scarico dell’avampiede, tutore a stivaletto rigido per camminata breve, tutore a stivaletto rigido per camminata lunga e ortesi per frattura di calcagno.
Gli undici soggetti coinvolti, tutti sani per scelta degli autori, hanno indossato sulla gamba dominante le ortesi nell’ordine indicato sopra, camminando su un trademill, e indossando sull’altro piede una normale scarpa da tennis. Prima di iniziare il test, ogni soggetto è stato valutato in un paio di scarpe da corsa comode per avere delle misure di riferimento.

Il primo outcome preso in considerazione dagli autori è la pressione di picco, ma è stata data attenzione anche all’area di contatto, al tempo di contatto e alla forza di massimo generata da ogni ortesi.

Iniziamo dal primo outcome. Qui gli autori hanno osservato che nessuna delle ortesi studiate modifica la pressione a carico del medio piede, mentre per quanto riguarda l’avampiede la pressione cala quando si utilizzano scarpe specifiche per lo scarico e il tutore a stivaletto rigido per camminate lunghe o brevi.

Le ortesi per frattura del calcagno, invece, mostrano i picchi di pressione più alti; al contrario, questa ortesi è efficace nel ridurre la pressione a carico del retropiede. Oltre a fornire un quadro più dettagliato degli effetti che ognuna delle ortesi prese in considerazione ha sulla pressione plantare, lo studio mostra come lo scarico in una parte del piede porti a un inevitabile incremento pressorio da qualche altra parte: gli autori suggeriscono quindi che lo specialista valuti sempre accuratamente tutti gli aspetti e gli effetti di una ortesi sul piede, per evitare di migliorare una situazione a scapito della comparsa di un’altra.

La piccola dimensione del campione è una debolezza di questo studio, così come anche il fatto di aver coinvolto soggetti sani: il dubbio è se quanto osservato sia traslabile alla clinica.
D’altronde, confrontare 5 diverse ortesi su pazienti con affezioni del piede poteva essere quantomeno complesso, dato che ognuna lavora sullo scarico di una specifica parte plantare.

Il lavoro è stato condotto dal Musculoskeletal University Center Munich, ospedale universitario della Ludwig Maximilian University, e dal German Center for Vertigo and Balance Disorders, afferente alla medesima università.

(Lo studio: Ehrnthaller C, Rellensmann K, Baumbach SF, Wuehr M, Schniepp R, Saller MM, Böcker W, Polzer H. Pedobarographic evaluation of five commonly used orthoses for the lower extremity. Arch Orthop Trauma Surg. 2022 Dec 26. doi: 10.1007/s00402-022-04729-2. Epub ahead of print. PMID: 36571629)

Stefania Somaré