Il piede piatto è una delle patologie del piede più diffusa nella popolazione. Che si tratti di piede piatto funzionale o strutturale, questa condizione rende spesso più difficile il passo e aumenta il senso di fatica che si sviluppa a carico della muscolatura dell’arto inferiore.
Di fatto, durante il passo si assiste a un cedimento della volta plantare che si appiattisce, portando a una pronazione del piede e a un maggior carico sulla caviglia, che non resta in asse, e di conseguenza sulle altre articolazioni dell’arto, in particolare il ginocchio. Il senso di fatica che ne deriva può addirittura ridurre la volontà al movimento di chi ne soffre. Da tempo si discute sull’utilità di utilizzare plantari per trattare il piede piatto, soprattutto se funzionale.
In presenza di piede piatto, il supporto dell’arco plantare viene generalmente riconosciuto dagli specialisti come un valido supporto. Quanto la condizione è “solo” funzionale, sono molti i professionisti convinti che la fisioterapia e l’uso di solette propriocettive possano dare esiti migliori del plantare. Tuttavia, in recente studio cinese si concentra sul plantare con supporto dell’arco mediale, confrontandone i risultati con quelli dati da un plantare piatto.
Il tipo di studio condotto
Condotto dalla Nanning Normal University di Nanning, in Cina, e dalla Chinese Culture University di Taipei, a Taiwan, lo studio coinvolge 15 studentesse universitarie con diagnosi di piede piatto. Gli autori hanno sottoposto i partecipanti a test del passo di 6 minuti indossando alternativamente un plantare prefabbricato con sostegno dell’arco mediale e con un plantare piatto.
Ogni partecipante ha effettuato un test in salita e uno in discesa con entrambi i plantare sul trademill, però in giorni differenti. Inclinazione del tappeto, in entrambi i casi, era di 9°. Ogni volta il test vero e proprio è stato anticipato da una fase di riscaldamento di tre minuti alla velocità preferita. I ricercatori hanno valutato tramite sensori indossabili elettromiografici l’attività del retto del femore, del bicipite femorale, del gastrocnemio e del tibiale anteriore in tutte le combinazioni.
Inoltre, è stato effettuato un test di durezza che ha coinvolto il tallone, in mesopiede e l’avampiede in presenza di entrambi i tipi di plantare. I risultati ottenuti sono pubblicati su “Scientific Reports”.
La fatica muscolare cala con il supporto mediale
Le misurazioni ottenute sono state analizzate statisticamente, fornendo alcune indicazioni. Si vede che l’uso di un plantare con supporto mediale riduce il carico muscolare del retto femorale nella camminata in salita e del retto femorale e del tibiale anteriore nella camminata in discesa, rispetto al plantare piatto. Ciò suggerisce, quindi, che l’uso di un plantare con supporto mediale potrebbe ridurre la fatica muscolare percepita dai pazienti con piede piatto nelle attività quotidiane, che possono comprendere anche il percorrere strade in salita e in discesa.
Studio: Huang, Yp., Wang, Dj., Bi, S.L. et al. Arch support insoles reduce fatigue of the lower extremity muscles in people with flatfoot during a walking task. Sci Rep 15, 17867 (2025). https://doi.org/10.1038/s41598-025-02623-6