Il training motorio è P.I.G.R.O.

A dispetto del nome, il suo obiettivo è far muovere bene e comodamente i pazienti che necessitano di riabilitazione post trauma. Si chiama infatti P.I.G.R.O. (acronimo di Pneumatic Interactive Gait Rehabilitation Orthosis) ed è il nuovo esoscheletro robotizzato ideato da Nimble Robotics, spin-off del Politecnico di Torino, in collaborazione con AB Progetti e destinato al trattamento riabilitativo degli arti inferiori derivanti da patologie del sistema nervoso centrale.

Un passo avanti

Il progetto, iniziato dieci anni fa presso il Dipartimento di Ingegneria Meccanica e Aerospaziale del Politecnico, in collaborazione con il Dipartimento di Psicologia dell’Università di Torino e con il centro di riabilitazione Puzzle di Torino, ha visto la luce nel 2017. La sfida consisteva nel realizzare un dispositivo unico sul mercato, all’avanguardia e con caratteristiche peculiari. P.I.G.R.O. è perfettamente adattabile alla forma fisica del paziente, rendendo così la riabilitazione più dolce e meno invasiva con risultati eccellenti.

Le caratteristiche

Ma come è composto P.I.G.R.O.? Il primo prototipo è un esoscheletro leggero, senza stazione fissa, che permette di camminare attivando tutte le articolazioni interessate: anca, ginocchio e caviglia. L’articolata struttura è resa attiva da attuatori ad aria compressa ed è comandata da un sistema elettropneumatico gestito da un controllo elettonico. Dotato di 6 gradi di libertà, consente da un lato il movimento delle articolazioni nel piano sagittale, dall’altro lo sgravio parziale o totale del peso del paziente e non necessita di tapis-roulant. Inoltre si possono effettuare esercizi con supporto parziale del peso corporeo, oppure totale nel caso di trattamento di pazienti più gravi.

Accademia e Industria insieme

L’esoscheletro P.I.G.R.O. è brevettato ed è attualmente in fase di industrializzazione, con il supporto dell’azienda Safen Fluid & Mechanical Engineering S.r.l., anch’essa ospitata insieme a Nimble Robotics presso I3P, incubatore di impresa del Politecnico. AB Progetti si occupa della progettazione e della realizzazione di impiantistia industriale e ha voluto cogliere l’occasione per entrare nel mercato medicale.
«L’approccio utilizzato e la tecnologia impiegata rappresentano senza dubbio i valori aggiunti rispetto ai dispositivi attualmente in commercio», afferma Silvia Sirolli, amministratore delegato di Nimble Robotics. «Sono convinta che questo progetto abbia le potenzialità per l’ottenimento di risultati importanti su diversi livelli: agevolare gli operatori e aiutare attivamente i pazienti».

Il punto di partenza

Nel trattamento riabilitativo di patologie neurologiche derivate da lesione o degenerazione del sistema nervoso centrale è scientificamente riconosciuto come, grazie alla plasticità cerebrale, il cervello sia in grado di modificare se stesso per recuperare e compensare le funzioni perdute. Le esperienze sensomotorie, unite alla focalizzazione dell’attenzione e all’immaginazione motoria, possono infatti riorganizzare la struttura e le funzioni delle parti danneggiate del cervello dopo una lesione. Su queste basi è stato concluso che la soluzione migliore per il paziente sia un mix tra training cognitivo, con metodi di focalizzazione dell’attenzione sul movimento e di mental practice, e motorio, attraverso dispositivi innovativi come P.I.G.R.O.

I primi riscontri

I test svolti con P.I.G.R.O. hanno coinvolto diversi pazienti considerati già stabilizzati per le tradizionali terapie, ovvero che avevano subito il trauma da almeno un anno. I risultati sono molto confortanti sia per quel che riguarda il recupero dell’equilibrio sia per la qualità del cammino.

«Il nostro sistema è frutto dell’esperienza», prosegue Sirolli, «ed è stato fortemente auspicato dal team per venire incontro a esigenze reali».

«Nimble Robotics è un esempio vincente dell’importante background tecnico che il Politecnico ha nel campo dell’ingegneria biomedica e della sua capacità di far maturare le tecnologie per renderle idonee alla produzione industriale», conclude Emilio Paolucci, vice rettore per il Trasferimento Tecnologico del Politecnico.

Lorenzo Dardano