Dopo l’intervento artroscopico, si può utilizzare la riabilitazione domiciliare per il recupero dei pazienti, con esiti analoghi rispetto alla riabilitazione convenzionale.
La sindrome da conflitto femoro-acetabolare non è rara, si stima che tra gli sportivi i soggetti a rischio superino il 95%.
Alla base ci sono forme anatomiche dell’anca che possono aumentare il rischio di sviluppo di sintomatologia dolorosa dell’inguine e del gluteo, ma anche rigidità articolare e difficoltà nei movimenti di flessione, adduzione e intrarotazione dell’anca.
Un recente studio, pubblicato su American Journal of Sports Medicine, valuta l’efficacia della riabilitazione post-operatoria a distanza per pazienti sportivi con questa sindrome, confrontandola con i risultati dati da una riabilitazione convenzionale in presenza. 108 i pazienti inclusi nello studio, 62 assegnati al gruppo di studio e 46 a quello di controllo.
Lo studio
Gli esercizi svolti dai 2 gruppi di studio sono gli stessi, a cambiare sono solo le modalità. I pazienti sono stati valutati per capire gli esiti degli esercizi in diversi momenti dopo l’intervento chirurgico, ovvero a 1 mese, a 3 mesi, a 6 mesi e, infine, a 12 mesi.
Durante ogni follow-up i ricercatori hanno valutato il dolore, con scala visuale analogica, lo score Single Assessment Numeric Evaluation, valido per misurare i miglioramenti ottenuti, l’International Hip Outcome Tool a 12 tematiche e il questionario Patient-Reported Outcomes Measurement Information System Physical Function. Inoltre, è stata valutata la soddisfazione dei pazienti. Tutti i risultati sono stati infine analizzati statisticamente.
Entrambi i metodi portano a miglioramenti
Gli autori hanno scoperto che entrambi i metodi riabilitativi portano notevoli miglioramenti. Più nel dettaglio, all’ultimo follow-up non esistono differenze significative negli score misurati tra i due gruppi.
Inoltre, come accennato, questi stessi score sono risultati essere decisamente migliori rispetto a quelli misurati a 1 mese dall’intervento, il che significa che l’esercizio riabilitativo è funzionale in questi pazienti.
Che dire, invece, della soddisfazione? Anche in questo caso, i pazienti si sono rivelati soddisfatti, sia che abbiano seguito un iter domiciliare, sia che siano stati seguiti di persona dal fisioterapista. Dati questi esiti, è possibile pensare di utilizzare tanto la riabilitazione ambulatoriale, quanto quella domiciliare, a seconda del desiderio dei pazienti e, magari della distanza del domicilio dal luogo di cura.
Studio: Hobson TE, Metz AK, Bellendir TR, et al. Short-term Outcomes After Hip Arthroscopic Surgery in Patients Participating in Formal Physical Therapy Versus a Home Exercise Program: A Prospectively Enrolled Cohort Analysis. The American Journal of Sports Medicine. 2024;0(0). doi:10.1177/03635465241252981