Riconosciuto come professionista sanitario autonomo con il CM 665/94, poi ordinato dalla legge 3 del 2018, il tecnico ortopedico è chiamato a evolvere il proprio approccio di lavoro in linea con i cambiamenti che si verificano in sanità e nella società.
Tra questi cambiamenti c’è l’evoluzione tecnologica, che oggi consente di realizzare dispositivi ortopedici altamente personalizzati partendo, per esempio, da una scansione 3D. Ci sono poi i nuovi materiali, da conoscere e imparare a utilizzare.
Le tecnologie modificano, in parte, l’artigianalità del tecnico ortopedico, che deve essere sempre più anche un esperto di CAD-CAM. Perché la professione riesca a seguire al meglio il cambiamento in atto, l’università ha un ruolo centrale, sia nella ridefinizione dei corsi di laurea in Tecniche Ortopediche sia nella proposta di master e formazione continua.
Per usare le parole di Silvia Guidi, presidente della Commissione di albo nazionale dei tecnici ortopedici della FNO TSRM e PSTRP: “rivoluzioniamo la professione. In un mondo in continua evoluzione, anche la nostra professione sanitaria deve adattarsi. Vogliamo garantire che i tecnici ortopedici siano pronti per le sfide future e offrano le migliori soluzioni ai cittadini”.
E per farlo, occorre anche collaborare con altre professioni sanitarie, entrando in team multispecialistici. Di questo e di altro ancora si è parlato nel corso degli Stati Generali della Tecnica Ortopedica, tenutisi a Roma.
Integrazione tra artigianalità e tecnologia
Il tecnico ortopedico è portatore di antichi saperi artigiani, capace di sporcarsi le mani e abituato a una realizzazione manuale dei dispositivi ortesici e protesici.
Una conoscenza che, se affiancata da competenze tecnologiche avanzate, rende il tecnico ortopedico centrale nel processo di progettazione e personalizzazione dei dispostivi.
Tante le evidenze che arrivano dalla Letteratura che indicano nel prodotto su misura la soluzione principe di tante problematiche ortopediche: anche quando i risultati clinici cui porta siano gli stessi di device commerciali, la personalizzazione dona maggiore comfort e riesce spesso a garantire una maggiore aderenza terapeutica.
Le parole di Teresa Calandra, presidente della FNO TSRM e PSTRP, confermano: “unendo scienza, tecnologia e attenzione alla persona il tecnico ortopedico contribuisce a un sistema sanitario più efficace, umano e sostenibile, rappresentando un valore aggiunto per il sistema sanitario pubblico”.
Un ruolo centrale in una società che invecchia sempre più e manifesta bisogni sempre maggiori in ambito muscoloscheletrico, dal mal di schiena cronico alle artrosi di ginocchio, anca e spalla.
Qui il tecnico ortopedico può fare la differenza, con soluzioni personalizzate che contribuiscono a ridurre le sintomatologie e, così, a spostare in avanti il momento dell’intervento, certo in collaborazione con altri professionisti della salute, non ultimi i fisioterapisti e i riabilitatori.
Un ruolo che permette anche di contenere i costi a carico del SSN. Infine, è importante poter garantire a tutti l’accesso ai dispositivi protesici e ortesici, indipendentemente dalle condizioni economiche del paziente: una possibilità garantita dalla collaborazione con il SSN, appunto.
Da ultimo, ma non per importanza, si è discusso anche dell’equo compenso che il tecnico ortopedico deve vedersi corrispondere per la propria professionalità.