Dopo vent’anni di applicazione del corsetto sforzesco, è stato ideato un nuovo modello che sembra equivalente negli esiti. Si tratta di un corsetto modulare che rispetta comunque le caratteristiche del corsetto “padre”, ma che potrebbe favorire la standardizzazione nella realizzazione, facilitare la diffusione dell’expertise necessaria a livello globale e migliorare ulteriormente la modificabilità e adattabilità del tutore.
Gli ultimi due aspetti, in particolare, avrebbero positive ricadute economiche, dato che lo stesso tutore potrebbe durare più a lungo. Il nuovo corsetto è stato valutato in uno studio, condotto da un team di ricercatori italiani afferenti al Dipartimento di Biotecnologie e Life Sciences dell’Università dell’Insubria di Varese, all’Istituto Ortopedico Galeazzi di Milano, agli Istituti Clinici Scientifici Maugeri di Tradate, all’Istituto Scientifico Italiano Colonna Vertebrale – ISICO e al Dipartimento di Scienze Biomedicali, Chirurgiche e Dentali dell’Università Statale di Milano.
Lo studio e i risultati ottenuti
Lo studio è retrospettivo e mette a confronto i risultati ottenuti su pazienti con scoliosi con lo Sforzesco tradizionale e con quello modulare. In tutti i pazienti inclusi sono 231. L’outcome principale scelto dai ricercatori sono i cambiamenti misurati all’angolo di Cobb al primo follow-up, a 6 mesi dall’inizio del percorso. Gli outcome secondari sono i cambiamenti avvenuti a carico dell’angolo di Cobb misurato con indosso il corsetto, l’estetica, la prominenza, la cifosi e la lordosi.
Entrambi i corsetti hanno dato effetti positivi sia nell’outcome primario che in quello secondario. Tuttavia, i pazienti trattati con il corsetto modulare hanno visto un miglioramento dell’angolo di Cobb quasi 5 volte maggiore (4.9). Se ne deduce che il nuovo corsetto è efficace e può essere utilizzato tranquillamente al posto dello sforzesco. Sono necessari ulteriori studi a supporto di questa evidenza.
Caratteristiche del nuovo corsetto
Lo sviluppo del nuovo corsetto modulare italiano è stato reso possibile da una precedente innovazione, detta “free pelvis”. In poche parole, in questa prima modifica del corsetto sforzesco, che è altamente rigido, è stata introdotta maggiore flessibilità nella zona delle pelvi.
A tal fine, questa parte del corsetto è realizzata in acetato vinilico di etilene. Il resto del dispositivo resta realizzato in polietilene ad alta densità, che assicura la rigidità necessaria per ottenere la correzione della colonna.
Una volta verificato che la free pelvis non intacca minimamente l’efficacia del corsetto ma, anzi, aumenta il comfort e rende quindi più semplice ai pazienti seguire il lungo percorso di cura, si è potuti procedere con l’innovazione. Ed ecco arrivare la versione modulare del corsetto che unisce alle due zone pelviche semirigide due valve rigide e una barra posteriore regolabile in polietilene.
Il nuovo dispositivo è più semplice anche da realizzare perché può essere personalizzato direttamente sul paziente: proprio per questo rende più semplice la standardizzazione del processo e la sua diffusione nel mondo. I tre modelli, sforzesco, free pelvis e modulare condividono le stesse azioni biomeccaniche, agendo nello stesso modo sulla colonna.
Studio: Negrini F, Febbo F, Tessadri F, Zonta A, Tavernaro M, Donzelli S, Zaina F, Negrini S. The New Modular Sforzesco Brace (Modular Italian Brace) Is as Effective as the Classical One: A Retrospective Controlled Study from a Prospective Cohort. J Clin Med. 2024 Apr 3;13(7):2075. doi: 10.3390/jcm13072075. PMID: 38610839; PMCID: PMC11012574