Taping e linfedema, una review della letteratura

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Il linfedema che colpisce circa il 20% delle donne operate per tumore al seno, valore che arriva quasi al 40% se si utilizza anche la chemioterapia o la radioterapia. Venendo a mancare i linfonodi ascellari, il sistema linfatico non riesce più a svolgere appieno il proprio compito e l’arto superiore tende a gonfiarsi.

Se non trattato e drenato, nel tempo il tessuto muscolare dell’arto accumula grasso e diventa fibrotico. Esistono fattori di rischio per la comparsa di questa patologia, in particolare la presenza di sovrappeso e obesità.

Le pazienti devono quindi essere sottoposte a un percorso riabilitativo integrato, che tenga conto anche dell’alimentazione e della gestione del peso.
Le linee guida parlano di applicare una terapia decongestionante, esercizio fisico, dranaggio manuale linfatico e bendaggi compressivi. Importante anche offrire programmi di educazione sanitaria, perché non è una malattia dalla quale si può guarire.

Negli ultimi anni la ricerca ha rivolto la propria attenzione anche agli effetti sul linfedema di un altro metodo di drenaggio, il taping kinesiologico.
Ideato dal dott. Kenzo Kase, il sistema utilizza delle fasce elastiche adesive che vanno ad attivare la microcircolazione e il drenaggio locale. La mancanza di una chiara evidenza di efficacia, tuttavia, relega l’uso di questa tecnica alla volontà e all’esperienza del singolo fisioterapista.

Una revisione sistematica italiana conferma questo stato di cose. Basata su 7 studi randomizzati, per un totale di 425 pazienti, la review mette a confronto gli esiti ottenuti con il kinesio tape, in termini di riduzione del gonfiore, rispetto agli altri strumenti utilizzati, come fisioterapia con esercizio fisico, cura della cute, linfodrenaggio manuale e bendaggi.

Come spesso accade, gli studi sono tra loro eterogenei per parametri misurati e protocolli utilizzati, anche il taping kinesiologico è stato utilizzato in modo differente dai diversi gruppi di lavoro. Non stupisce, quindi, che il team di ricerca suggerisca di allestire studi di maggior qualità, soprattutto per quanto riguarda la misurazione del volume dell’arto superiore.

Detto ciò, la revisione giunge a un suo risultato, in linea con altri già pubblicati: pur non mostrandosi superiore al bendaggio compressivo multistrato, il taping kinesiologico potrebbe aiutare a gestire il linfedema in donna sottoposte a mastectomia nelle prime fasi della patologia, meglio se in sinergia con gli altri approcci riabilitativi suggeriti dalle linee guida.

Il metodo è sicuro e ben tollerato dalle pazienti, ma richiede maggiore conoscenza e formazione all’operatore che lo utilizza, rispetto al più classico bendaggio. Sembra, inoltre, che il taping kinesiologico aumenti la propria efficacia drenante in sinergia con l’esercizio fisico, quando il corpo genera maggior calore.

(Lo studio: Marotta N, Lippi L, Ammendolia V, Calafiore D, Inzitari MT, Pinto M, Invernizzi M, de Sire A. Efficacy of kinesio taping on upper limb volume reduction in patients with breast cancer-related lymphedema: a systematic review of randomized controlled trials. Eur J Phys Rehabil Med. 2023 Feb 27. doi: 10.23736/S1973-9087.23.07752-3. Epub ahead of print. PMID: 36847633)