Combattere la disinformazione e le fake news in ortopedia e riconoscere le lesioni da violenza domestica in pronto soccorso: sono due importanti sfide lanciate dalla Società Italiana di Ortopedia e Traumatologia (SIOT) in occasione della presentazione del 108° Congresso Nazionale SIOT, in programma a Roma dal 6 all’8 novembre.

Etica nella comunicazione social

Nel corso della presentazione, SIOT ha illustrato le linee guida per l’uso corretto dei social media da parte degli ortopedici con l’obiettivo di combattere le fake news e tutelare soprattutto pazienti e pubblico.

«La Società italiana di ortopedia e traumatologia è impegnata da sempre a vigilare sulla correttezza e veridicità delle comunicazioni trasmesse dagli ortopedici al pubblico sia per proteggere i pazienti da eventuali informazioni false o ingannevoli, sia per evitare che vengano diffuse comunicazioni che omettano rischi o possibili complicanze rilevanti riguardo a trattamenti curativi – ha evidenziato Pietro Simone Randelli, presidente della SIOT, docente ordinario di Ortopedia dell’Università degli Studi di Milano e direttore della clinica ortopedica dell’ASST Gaetano Pini-CTO –. Per questo motivo siamo orgogliosi di presentare le prime linee guida SIOT in materia di comunicazione sui social media, affinché vengano rigorosamente osservati i principi del codice di deontologia medica, con il massimo senso di responsabilità, mantenendo toni sobri, professionali e informativi e fornendo informazioni chiare, precise e facilmente comprensibili da tutti».

Nelle linee guida, SIOT sconsiglia l’uso di piattaforme quali Instagram, TikTok, YouTube e Facebook per comunicazioni a tema medico, mentre indica come preferibili canali di comunicazione utilizzati in ambito professionale quali LinkedIn, le pagine web tradizionali e le testate giornalistiche.

Secondo i dati del 20° Rapporto Censis sulla Comunicazione 2025, l’0’utilizzo di internet da parte degli italiani si attesta sul 90,1% di utenza e quello dei social network nell’ultimo anno è passato dall’82,0% all’85,3% (+3,3%).

Come mezzo d’informazione, gli under 30 utilizzano in larga parte TikTok (29,7%), Instagram (31,2%) e YouTube (22,8%), mentre Facebook è il più amato tra i 30 e i 44 anni (49,8%) e dagli over 45 (69%).

Tra i principi base delle linee guida SIOT in materia di comunicazione sui social media per gli ortopedici si segnalano: veridicità e non ingannevolezza dei contenuti social; contenuti che non comportino un’imitazione della comunicazione altrui o che siano discriminatori, denigratori, violenti o contrari al decoro e al buon gusto; contenuti rivolti ai minori che non possano danneggiarli psichicamente, moralmente o fisicamente; cautela nella diffusione di immagini di terzi o pazienti consentita esclusivamente per finalità illustrativa o educativa; protezione dei dati personali dei pazienti.

Il mancato rispetto delle linee guida da parte degli ortopedici non implica sanzioni da parte di SIOT ma sarà giudicato da una commissione apposita che, una volta esaminato il contenuto, valuterà se segnalare il professionista all’ordine dei medici chirurghi e degli odontoiatri e/o alle autorità competenti affinché possano essere presi gli eventuali opportuni provvedimenti.

La campagna SIOT contro la violenza domestica

Il 108° Congresso nazionale SIOT sarà anche l’occasione per affrontare il tema della violenza domestica: la commissione pari opportunità SIOT lancia la prima Campagna nazionale per la formazione di ortopedici e traumatologi a riconoscere le lesioni da violenza domestica tra i pazienti, spesso più donne, ma anche bambini e anziani, che arrivano nei pronto soccorso degli ospedali.

Ogni anno, in Italia, si registrano casi di traumi e lesioni di natura apparentemente accidentale: il 30% di essi è causato da violenza. La violenza domestica e in particolare la IPV (Intimate Partner Violence) include comportamenti controllanti, coercitivi, minacciosi, fisici, psicologici, sessuali o economici all’interno di una relazione. Episodi che, se non riconosciuti, possono ripetersi e aggravarsi, fino a conseguenze drammatiche.

«In questo contesto, l’ortopedico può avere un ruolo chiave – ha sottolineato Erika Maria Viola, coordinatrice della commissione pari opportunità SIOT e direttore dell’UOC di ortopedia e traumatologia, ASST Cremona, Ospedale di Cremona –. La traumatologia muscoloscheletrica è, infatti, il secondo ambito clinico più frequentemente coinvolto nei casi di violenza domestica. Tuttavia, solo una minima percentuale di donne, in particolare con lesioni sospette, viene interrogata sulla possibile origine delle ferite, e, di queste, solo una su due riceve un supporto. Ancora più preoccupante è il dato sulla quotidianità: solo una piccola percentuale di ortopedici e traumatologi dichiara di riconoscere con chiarezza le lesioni tipiche della violenza domestica e di essere pronto ad approcciare la presunta vittima in un ambiente protetto per approfondire la reale anamnesi ed aiutarla a raggiungere la concreta consapevolezza della realtà e delle priorità».

A partire da dicembre 2025 nei pronto soccorso degli ospedali di tutta Italia sarà affisso un poster con l’immagine di una donna che sul palmo della mano ha un punto rosso, come segnale silenzioso di richiesta di aiuto.

Secondo i dati ISTAT, si stima che in Italia il 20,2% delle donne (4 milioni 353 mila) abbia subìto violenza fisica o psicologica: minacce (12,3%), spintoni o strattoni (11,5%), schiaffi, calci, pugni e morsi (7,3%). Altre volte le donne sono colpite con oggetti che possono fare male (6,1%).

Da qui l’appello SIOT: «L’intercettazione di lesioni anamnesticamente non riferite tali appare fondamentale anche per implementare interventi di cura ad ampio raggio, a livello politico-istituzionale, affinché gli autori di violenza siano adeguatamente e precocemente identificati e le vittime, soprattutto quelle che sono renitenti in occasione dei primi episodi o vivono situazioni di sottomissione, possano essere motivate a intraprendere percorsi di adeguata tutela e reinserimento sociale», prosegue Erika Maria Viola.

Le lesioni più comuni risultato di uno o più episodi di violenza fisica che possono far sospettare un episodio di violenza sono:

  • contusioni di testa e collo;
  • fratture nasali e mandibolari;
  • fratture dell’orbita oculare;
  • lussazioni e fratture della spalla;
  • fratture e lussazioni delle dita di mani e piedi;
  • fratture dell’ulna distale, della base del quinto metacarpo e fratture costali.

«Il riconoscimento precoce della violenza domestica – ha concluso Viola – è un atto medico e umano fondamentale. Ogni ortopedico può diventare un punto di contatto, un’occasione per intercettare una situazione di pericolo e indirizzare la vittima verso percorsi di tutela e assistenza».

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