Scoliosi, a Roma si corregge con la chirurgia flessibile

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Un nuovo sistema di viti e “corde flessibili” corregge la scoliosi in bambini e ragazzi consentendo loro di muoversi più liberamente dopo l’intervento. All’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma, tra maggio e agosto, sei pazienti sono stati operati seguendo questa innovativa via chirurgica.

L’ospedale romano è uno dei principali centri pilota in Europa per l’applicazione di questa procedura, che richiede un’attenta selezione dei candidati da parte dell’équipe chirurgica.

L’aspetto innovativo è rappresentato dall’ancoraggio – sulla porzione di colonna deformata – di viti collegate da una “corda” con un grado di flessibilità superiore rispetto alle barre metalliche rigide usate nel tradizionale trattamento chirurgico della scoliosi (artrodesi).

Marco Crostelli

«Con questo sistema otteniamo una correzione della curva scoliotica senza avere il blocco completo del movimento vertebrale; la colonna, infatti, non si irrigidisce, rimane più mobile» spiega Marco Crostelli, responsabile di Chirurgia della colonna del Bambino Gesù. «In questo modo si ottimizza il ritorno dei bambini alle normali attività, compreso lo sport».

«La nuova tecnica di “chirurgia flessibile”», aggiunge il dott. Crostelli, «è applicabile alla maggior parte dei casi che vengono trattati con artrodesi e barre rigide, ma è particolarmente indicata in soggetti molto giovani, anche di 8-9 anni, con forte potere di accrescimento. In questo caso, può essere utilizzata come un sistema di “modulazione progressiva della correzione della curva scoliotica”. La corda, infatti, è in grado di sfruttare il potere di accrescimento delle vertebre indirizzandolo verso la giusta direzione».

Infine, secondo gli esperti del Bambino Gesù, la procedura può essere risolutiva in caso di curve scoliotiche in “area grigia”, ossia al confine fra il trattamento conservativo con corsetti ortopedici e la chirurgia, e per quei ragazzi, soprattutto in età adolescenziale, particolarmente restii a indossare il busto per molte ore del giorno e della notte.

Stefania Somaré