Con l’allungamento della vita lavorativa media può capitare di sottoporre a protesi di anca o di ginocchio un soggetto ancora attivo, che deve quindi poter rientrare al lavoro in sicurezza. Come si può favorire tale rientro? Quali sono le esigenze di questi pazienti?

Uno studio britannico si è concentrato proprio su questi aspetti cercando di mappare gli interventi necessari (Baker P, Coole C, Drummond A, et al. Occupational advice to help people return to work following lower limb arthroplasty: the OPAL intervention mapping study. Health Technol Assess. 2020;24(45):1-408. doi:10.3310/hta24450).
Questi sono stati individuati attraverso uno studio su 154 pazienti, interviste a 110 stakeholder, un’indagine pratica e una sintesi finale delle evidenze riscontrate.
La mappa è stata quindi verificata nuovamente per misurarne l’efficacia ed efficienza e anche per fare una prima valutazione dei costi.
Gli strumenti sviluppati sono una “lista occupazionale”, libri di lavoro per i pazienti e informazioni per gli impiegati, oltre a regole per il ritorno al lavoro, per esempio.
26 pazienti del NHS Trust sono stati seguiti con gli strumenti sviluppati, che hanno funzionato in 21 pazienti.

L’aderenza al programma è stata del 75% per i pazienti e del 74% per lo staff.
La modalità d’intervento è stata ben accolta, anche se ha creato qualche confusione nel paziente.
Il metodo necessita di essere studiato su un numero maggiore di soggetti, ma indica una via per rendere più semplice il rientro a lavoro di pazienti protesizzati.

Stefania Somaré