Riabilitazione vestibolare efficace nel post ictus

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Marco Tramontano

Uno studio della Fondazione Santa Lucia IRCCS ha evidenziato un uso alternativo della riabilitazione vestibolare: non più solo per trattare i disturbi derivanti dalla degenerazione del vestibolo o dopo interventi sullo stesso, ma per favorire il recupero di pazienti con problemi al sistema nervoso centrale, tra cui bambini con paralisi cerebrale infantile, parkinsoniani e casi di post ictus.

Il gruppo di ricercatori della Fondazione Santa Lucia IRCCS è partito con il testare l’uso della riabilitazione vestibolare in bambini con paralisi cerebrale, osservando miglioramenti nelle abilità motorie e nel controllo posturale. Il tutto in tempi ridotti rispetto alle riabilitazioni convenzionali, basate su informazioni propriocettive e visive.

Il passo successivo sono stati pazienti con Parkinson. La riabilitazione vestibolare è stata usata per due settimane e ha dato risultati migliori, sullo schema del passo, che due mesi di training convenzionale.

Marco Tramontano, fisioterapista e osteopata della Fondazione, ha spiegato: «questi risultati sono dovuti al fatto che la fase cosiddetta del “doppio appoggio”, la più breve e la più difficile da modificare nei pazienti con malattia di Parkinson, risulta fortemente dipendente dalle informazioni provenienti dai vestiboli. L’allenamento di questi ultimi, quindi, determina nel tempo un effetto di maggiore stabilità nel cammino».

I successi ottenuti con questo tipo di riabilitazione su pazienti neurologici è legato alla sua capacità, provata con l’uso della Stimolazione Magnetica Transcranica, di attivare i circuiti neuronali tra la corteccia motoria primaria (M1) e l’area motoria supplementare (SMA). Questi risultati, uniti a studi presenti in letteratura, hanno convinto i ricercatori a sperimentare l’uso della riabilitazione vestibolare anche in pazienti che hanno subito un ictus.

Marco Tramontano: «un gruppo di questi pazienti è stato sottoposto a training vestibolare, associato alla valutazione delle oscillazioni del tronco. Sessioni da 20 minuti somministrate 3 volte alla settimana per 4 settimane hanno mostrato che i soggetti coinvolti miglioravano nella velocità del cammino e nella lunghezza del ciclo del passo.

Gli esiti di questo studio e dei pregressi confermano che il sistema dell’equilibrio e della marcia è fortemente influenzato tanto dalle informazioni propriocettive e visive allenate nei training convenzionali quanto da quelle vestibolari.

L’integrazione di esercizi per queste ultime nei trattamenti neuroriabilitativi, indipendentemente dalla presenza di un deficit specificamente vestibolare, mostra di essere una strategia di successo per il raggiungimento di miglioramenti significativi con percorsi riabilitativi di minore durata».

Lo studio è stato realizzato nell’ambito dell’attività scientifica del Laboratorio Clinico di Neuroriabilitazione Sperimentale della Fondazione Santa Lucia IRCCS, diretto dal dottor Stefano Paolucci e afferente alla Linea di Ricerca in Neuroriabilitazione Cognitiva e Motoria.

Stefania Somaré