Riabilitazione post ictus, sperimentato un nuovo supporto corporeo

Secondo dati forniti dalla World Stroke Organisation, ogni anno oltre 13 milioni di persone sperimentano un evento di stroke cerebrale e, tra questi, circa 5.5 milioni ne muoiono. L’organizzazione sottolinea, inoltre, che l’incidenza di stroke è maggiore nei Paesi a basso e medio reddito, Paesi nei quali è anche più difficile avere interventi tempestivi e trattamenti appropriati.

La scienza ha oramai ben consolidato l’evidenza che lo stroke cerebrale è una patologia tempo dipendente: prima viene intercettata e sottoposta al trattamento più appropriato e minore è il rischio di sviluppare lesioni estese e particolarmente gravi.

In Italia si contano ogni anno circa 200.000 casi di stroke, per l’80% nuovi casi e per il restante 20% recidive: complessivamente un esercito di pazienti, per lo più anziani, che necessitano di interventi riabilitativi focalizzati al recupero dell’autonomia.

A seconda delle aree del cervello interessate, infatti, i soggetti con stroke possono sperimentare disabilità differenti, per esempio riguardanti il linguaggio, l’uso degli arti superiori e/o il passo. In quest’ultimo caso il lavoro del riabilitatore è reso particolarmente complesso dal dover sostenere il peso del paziente per supportarlo durante l’allenamento del cammino. Si potrebbe addirittura dire che, dato lo scarso equilibrio di questi pazienti, i fisioterapisti debbano stare particolarmente attenti a sostenere momenti di particolare carico che li mettono a rischio di caduta.

Il tutto è reso più semplice dall’uso di sistemi per il supporto del peso (BWSS) del paziente durante le prime fasi della riabilitazione: questi sono comunemente utilizzati nell’allenamento sul tapis roulant, ma è più difficile sfruttarli durante l’esecuzione di esercizi più complessi che richiedono maggior libertà di movimento.

D’altronde, sfidare l’equilibrio di questi pazienti è fondamentale per favorire la plasticità sinaptica e quindi ottenere buoni esiti dai percorsi riabilitativi. Occorre però farlo in sicurezza. Un recente studio preliminare del Milne Institute for Healthcare Innovation di Wallingford e della Frank H Netter MD School of Medicine dell’Università Quinnipiac di North Haven (Connecticute, USA) presenta un nuovo modulo di perturbazione dell’equilibrio integrato in un BWSS e ne testa le performance sui disturbi dell’equilibrio secondari in soggetti con stroke acuto.

Due i gruppi sottoposti a questo studio quasi randomizzato controllato: uno ha utilizzato un sistema BWSS standard e l’altro il sistema BWSS modificato con il perturbatore di equilibrio.

In entrambi i casi, il tempo di studio è stato due settimane e i partecipanti hanno eseguito gli stessi esercizi di equilibrio e cammino.
Gli autori hanno misurato il Berg Balance Scale (BBS) score e l’Activities-Specific Balance-Confidence (ABC) assessment prima e dopo l’intervento, mettendoli poi a confronto tra i due gruppi. I risultati hanno mostrato miglioramenti in entrambi i gruppi, senza grandi differenze, a dimostrare, secondo gli autori, che l’aggiunta della perturbazione al BWSS è sicura. Dati gli esiti, probabilmente gli autori proseguiranno con uno studio più ampio.

(Lo studio: Meyer A, Hrdlicka HC, Cutler E, Hellstrand J, Meise E, Rudolf K, Grevelding P, Nankin M. Preliminary Evaluation of a Novel Body-Weight Supported Postural Perturbation Module for Gait and Balance Rehabilitation after Stroke. JMIR Rehabil Assist Technol. 2022 Jan 26. doi: 10.2196/31504. Epub ahead of print. PMID: 35080495)

Stefania Somaré