Revisione di protesi d’anca. Valutazione a medio termine di componenti in titanio da stampa 3D

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Secondo uno studio cinese, le componenti testate permettono di raggiungere il 93% di sopravvivenza senza bisogno di ulteriore revisione.

Secondo i dati forniti dal RIAP 2021, nel 2020 in Italia sono state effettuate poco più di 1500 revisioni di protesi d’anca, parziali nel 68,4% dei casi e totali solo nel 13,1%.
Una revisione parziale richiede la rimozione e sostituzione solo di alcune componenti protesiche, fondamentalmente quelle che rendono la protesi instabile. È comunque un intervento più lungo di quello primario e con maggior rischio di complicanze.

Inoltre, non è sempre semplice decidere quali nuove componenti utilizzare per la revisione.
Nel caso il difetto sia a livello di acetabolo, un gruppo di lavoro cinese suggerisce componenti standardizzati in titanio stampato 3D, dotate di porosità all’80%, un alto indice di frizione ed eccellente biocompatibilità. Si tratta di componenti che vanno facilmente incontro a osteointegrazione.

Gli esiti ottenuti con queste componenti

Nel loro studio di medio termine gli autori suggeriscono che le componenti in titanio stampato siano adatte a risolvere la maggior parte dei problemi acetabolari di pazienti con difetti osseo femorali di Paprosky di tipo II e III.
Il lavoro coinvolge 58 pazienti, per 48 dei quali è stato possibile utilizzare coppa e augment in titanio stampato 3D. Di questi, 3 sono morti durante il periodo di follow-up e 2 hanno smesso di presentarsi alle visite: i risultati dello studio si riferiscono quindi a 43 pazienti, seguiti in media per 64,5 mesi.

A più di 5 anni dall’intervento di revisione gli autori hanno potuto osservare una riduzione della differenza di lunghezza della gamba, passata da 38.4 ± 10.7 mm a 4.1 ± 3.0 mm, e di discrepanza della posizione del centro di rotazione verticale, passata da 42.4 ± 9.1 mm a 22.8 ± 3.4 mm.

Al contrario, i risultati degli indici Harris hip score e Oxford hip score, atti a valutare disabilità e funzionalità articolare, e del questionario EuroQol, utile a valutare la qualità di vita, sono migliorati. Infine, ma non meno importante, il tasso di sopravvivenza della componente acetabolare utilizzata è risultata essere del 93%.
Il 9,3% dei pazienti, ovvero 4 su 43, hanno richiesto un successivo intervento di revisione: in 1 caso per allentamento asettico della coppa acetabolare, 2 per infezione periprotesica e 1 per frattura femorale periprotesica.

Limitazioni da superare

Gli esiti ottenuti dal team cinese sono certamente positivi, ma gli stessi autori evidenziano alcune importanti limitazioni dello studio.
In primis, si tratta di un lavoro condotto in un solo centro ospedaliero, lo Honghui Hospital della Xi’an Jiaotong University. Sarebbe interessante verificare l’efficacia delle componenti in titanio stampato 3D anche in altre strutture.

Inoltre, il numero di partecipanti è basso. Infine, i pazienti sottoposti ad altri tipi di revisione sono solo 10, insufficienti a rappresentare un gruppo di controllo. Infine, sarebbe interessante capire se i pazienti che incorrono in allentamento asettico presentino livelli maggiori di ioni metallici nel sangue.

Studio: Hao, L., Zhang, Y., Bian, W. et al. Standardized 3D-printed trabecular titanium augment and cup for acetabular bone defects in revision hip arthroplasty: a mid-term follow-up study. J Orthop Surg Res 18, 521 (2023). https://doi.org/10.1186/s13018-023-03986-0