Le fratture del polso sono frequenti, soprattutto nei soggetti affetti da osteoporosi. Che richiedano intervento chirurgico o che siano trattate con modalità conservative, tutte necessitano di un percorso riabilitativo per il recupero funzionale.
La riabilitazione di questa articolazione è poi necessaria anche in molti dei pazienti che hanno subito un ictus e in presenza di lesioni dei legamenti, diffuse tra soggetti che eseguono lavori ripetuti o ad alta tensione per la zona.

Due ricercatori del Dipartimento di Ingegneria Elettromeccanica della Facoltà di Scienze e Tecnologia dell’Università di Macao, in Cina, hanno ideato e sviluppato un robot capace di assistere autonomamente la riabilitazione del polso e che può essere utilizzato anche a domicilio: questo, sottolineano gli autori, permetterebbe di ridurre il carico di lavoro dei fisioterapisti e, al tempo stesso, garantirebbe ai pazienti di completare il proprio percorso risparmiando (Wang Y, Xu Q. Design and testing of a soft parallel robot based on pneumatic artificial muscles for wrist rehabilitation. Sci Rep. 2021 Jan 14;11(1):1273. doi: 10.1038/s41598-020-80411-0. PMID: 33446771; PMCID: PMC7809151).

Il design previsto unisce l’idea dei robot “leggeri”, visti come più sicuri nell’interazione con il paziente e semplici da trasportare, con l’assetto dei robot paralleli, che garantiscono una maggiore rigidità dell’output, minore inerzia e maggiore precisione di movimento. La sinergia tra i due modelli permetterebbe di avvantaggiarsi delle caratteristiche positive di entrambi e, sottolineano gli autori, non sarebbe mai stata presentata prima in letteratura.

Questo robot riabilitativo leggero e parallelo basa il proprio funzionamento su sei attuatore PAMs (Pneumatic Artificial Muscles) che sfruttano la pressione dell’aria per sviluppare movimento.
Questo attuatore, inoltre, presenta una forma compatta e sicura, è semplice da controllare e consente angoli di movimento più ampi di un corrispettivo robot in serie. Altra caratteristica interessante del nuovo device è la sua alta flessibilità di utilizzo: può infatti supportare il movimento in più direzioni, il che va in favore del processo riabilitativo.

Inoltre, il dispositivo viene presentato come stabile, in grado di supportare bene il braccio del paziente mentre effettua i movimenti del polso. I test eseguiti dagli autori hanno dimostrato inoltre un alto grado di adattabilità e mobilità, oltre a performance paragonabili a quelle dei robot riabilitativi già descritti in letteratura. Lo studio è pubblicato in forma open su Scientific Reports.

Stefania Somaré