Il piede piatto viene trattato quando è sintomatico. Due sono le vie principali, si può supportare l’arco plantare con appositi dispositivi ortopedici da inserire nelle calzature oppure si può rinforzare la muscolatura circostante con esercizi mirati.
Nel primo caso, si influenza la pressione plantare, aumentando la forza nella regione del medio piede, riducendo i valori di pressione nell’avampiede ed eliminando l’eversione a livello talocalcaneare. Inoltre, con i plantari si ottengono spesso miglioramenti a carico della caviglia e del movimento in generale.
Da parte loro, gli esercizi di rinforzo muscolare del piede si sono dimostrati capaci di ridurre la caduta dell’osso navicolare e aumentare l’altezza dell’arco mediano, favorendo anche una riduzione del dolore e un miglioramento della funzionalità del piede stesso. Non solo. L’allenamento di rinforzo produce anche un miglioramento dell’indice di postura del piede.
Tutti questi esiti si ottengono non solo in soggetti normopeso, ma anche in quelli sovrappeso e obesi. Dati gli effetti positivi di entrambi gli interventi, un team di ricerca afferente a enti egiziani e arabi ha studiato l’impatto sulla pressione plantare di un uso sinergico dei due metodi.
Lo studio ha coinvolto 40 pazienti, randomizzati in due gruppi di lavoro. Il primo è stato istruito per indossare un plantare prefabbricato con arco mediale per 8 ore al giorno per 6 settimane di fila. Il secondo gruppo, oltre al plantare, ha ricevuto anche istruzioni relative alle sessioni di esercizio giornaliere da svolgere a domicilio, con un programma che va via via ad aumentare lo sforzo a carico del piede.
Per prima cosa, i ricercatori hanno valutato l’impatto dei due metodi sulla pressione plantare dei pazienti, ma anche sul dolore, sulla funzionalità del piede e sulla caduta dell’osso navicolare. I risultati ottenuti permettono di ipotizzare che la sinergia tra plantari ed esercizi di rinforzo sia più efficace dell’uso del solo plantare per ridurre il dolore, migliorare la funzionalità dell’arto inferiore e cambiare la pressione plantare statica e dinamica.
Sebbene il campione preso in esame sia piccolo, gli autori sottolineano alcuni punti di forza dello studio, in primis il fatto di aver selezionato solo pazienti con piede piatto sintomatico. Tra le limitazioni c’è il fatto di non aver valutato l’andamento della situazione nel tempo, una volta concluso lo studio.
Nonostante ciò, gli autori concludono suggerendo a tutti i colleghi che si trovino a trattare pazienti con piede piatto sintomatico di lavorare in modo multimodale, prendendo quindi in considerazione approcci differenti, tra loro sinergici. L’uso del solo plantare, pur agendo favorevolmente sulla sintomatologia, non modifica nulla della struttura del piede, rendendolo semmai “dipendente”.
Al contrario, il rinforzo della muscolatura del piede e della gamba potrebbe determinare miglioramenti più duraturi nel tempo, consentendo al paziente di utilizzare il plantare solo in momenti di riacutizzazione della sintomatologia.
(Lo studio: Elsayed W, alotaibi s, shaheen a, farouk M, farrag a. the combined effect of short foot exercises and orthosis in symptomatic flexible flatfoot: a randomized controlled trial. Eur J Phys Rehabil Med 2023 Mar 29. DOI: 10.23736/S1973-9087.23.07846-2)