I risultati di una recente survey europea indicano nella carenza di risorse economiche e nella mancanza di percorsi di formazione ad hoc le principali barriere alla maggiore diffusione delle nuove tecnologie riabilitative in ambito pediatrico.
Negli ultimi anni l’ambito ortopedico è stato interessato da un grande avanzamento tecnologico, tra device ad assistenza robotica, realtà virtuale, gaming a scopo riabilitativo, mobile app e teleriabilitazione. Per capire qual è il reale impatto nella pratica quotidiana dei reparti riabilitativi di queste tecnologie, un network europeo ha avviato l’European Rehatech4child Survey, dedicato in particolare alla riabilitazione pediatrica.
Fanno parte del network: l’Università di Brest, in Francia, con il Dipartimento di Medicina Fisica e Riabilitativa, il Dipartimento di Riabilitazione Pediatrica e il Laboratorio di Medical Information Processing; l’Università KU Leuven Bruges, in Belgio, con il suo Laboratorio di Tecnologia della Neuroriabilitazione; il Centro Nazionale per la Neuroriabilitazione del bambino Dr. N. Robanescu di Bucarest, in Romania; l’Ospedale Universitario di Losanna, con la sua Unità di Neurologia e Neuroriabilitazione, e l’Università di Losanna, in Svizzera e l’Ospedale Universitario Octubre di Madrid, in Spagna.
I risultati della survey
Lo studio si basa su un questionario inviato a specialisti europei della riabilitazione pediatrica, diviso in due parti e tradotto in venti diverse lingue, per consentire un’ampia partecipazione. Nel complesso, le 43 domande vertono su aspetti demografici e sulla pratica riabilitativa, su accessibilità alle nuove tecnologie e loro uso e anche sulle barriere percepite. Il team ha ricevuto 1397 risposte, tenendone in considerazione per l’elaborazione successiva solo i 635 che hanno completato tutto il questionario.
Vediamo quali sono le risposte offerte. La survey permette di osservare che un buon numero di professionisti della riabilitazione pediatrica riescono ad accedere almeno a una tecnologia innovativa, che sia quella robotica, quella virtuale o la teleriabilitazione, che comprende anche l’uso delle mobile app: il 67,7% dei partecipanti riporta infatti di utilizzare almeno una delle nuove tecnologie, mentre il 74,3% dichiara di avervi accesso.
La tecnologia più usata è quella della teleriabilitazione (50,8%), seguita dalla realtà virtuale e dal gaming (45,5%) e dalla tecnologia robotica (36,6%), probabilmente anche la più costosa. E, ancora, si legge che il fattore che maggiormente favorisce l’uso di queste tecnologie è la frequenza di utilizzo, come a dire che maggiormente sono necessarie, più s’impara ad applicarle e le si introduce nella pratica clinica.
L’accesso risponde anche all’ambiente e all’età del paziente. Come detto, la survey permette anche di evidenziare le barriere alla diffusione delle tecnologie prese in considerazione: le due principali sono la carenza di risorse finanziarie e l’allenamento. Se possibile, il 70% dei professionisti interpellati utilizzerebbe le nuove tecnologie nel proprio lavoro quotidiano.
Come usare questi risultati?
Una survey ha la propria ragione di essere se gli esiti cui porta possono in qualche modo aiutare a migliorare la situazione, in questo caso possono facilitare l’accesso dei professionisti della riabilitazione pediatrica alle nuove tecnologie.
Date le risposte ottenute pare chiaro che il primo passo da fare è trovare risorse da dedicare all’acquisto e alla implementazione delle nuove tecnologie nelle diverse aree europee, per poi offrire opportunità di formazione e allenamento. Altrettanto importante appare la produzione di linee guida per l’uso di queste tecnologie nelle diverse età e per specifici obiettivi riabilitativi.
Lo studio: Mensah-Gourmel J, bekteshi s, brochard s, Monbaliu E, Grigoriu ai, Newman cJ, et al. digital technologies for pediatric rehabilitation: current access and use in the European Rehatech4child survey. Eur J Phys Rehabil Med 2024 Oct 10. DOI: 10.23736/S1973-9087.24.08559-9