Presso la casa di cura convenzionata San Camillo di Forte dei Marmi (LU) è stata impiantata per la prima volta in Italia la protesi di caviglia Exactech, progettata dai chirurghi della Duke University (North Carolina, USA).
L’impianto è stato eseguito dal dott. Andrea Scala, che fu il primo a impiantare una protesi di caviglia a Roma nel 1998 e che è stato prescelto di colleghi nordamericani per partecipare alla ricerca clinica sulla protesi di caviglia a livello europeo.
«Fino a qualche anno fa», dice il dott. Andrea Scala, «i problemi legati all’articolazione della caviglia venivano gestiti esclusivamente in artrodesi, vale a dire con la fusione dell’articolazione in modo da impedire in modo permanente il movimento e, quindi, il dolore. Se da un lato, però, questo tipo di intervento dona sollievo dal dolore, dall’altro comporta problemi di deambulazione e handicap, nonché un sovraccarico delle altre articolazioni del piede, che prima o poi finiscono per deteriorarsi, peggiorando progressivamente la qualità della camminata».
«L’operazione protesica, invece, permette di eliminare il dolore senza sacrificare la mobilità, poiché si sostituisce l’articolazione della caviglia danneggiata con una artificiale: l’impianto riproduce la naturale fisiologia e dona libertà di movimento eliminando il dolore».
«Non riteniamo opportuno bloccare con un gesso la caviglia operata. Il paziente resta a riposo, con l’arto operato sollevato e muove subito la caviglia operata, caricando il giorno dopo l’intervento. Abbiamo 1-2 mesi di tempo per ottenere un movimento della protesi che sia simile alla caviglia naturale. Passato questo periodo il paziente deve potersi recare alla visita di controllo camminando bene e riuscendo a salire e scendere le scale in modo corretto».
«La radiografia in movimento ora mostra lo spazio articolare ripristinato e la distanza tra tibia e astragalo. Il movimento è fluido e scorrevole, simile a quello fisiologico. Il risultato che si deve ottenere al termine dell’intervento di protesi di caviglia è la normale mobilità della caviglia in flesso-estensione».