Neuropatia periferica da chemioterapici e massoterapia contro il dolore

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Uno degli effetti collaterali più debilitanti della terapia chemioterapica è lo sviluppo di neuropatia periferica, caratterizzata da degenerazione dei nervi con conseguente dolore, alterazione sensoriale e motoria alle estremità del corpo, a carico più dei piedi che delle mani.
Questa complicanza interessa dal 30% al 50% dei pazienti in terapia con chemioterapici neurotossici, come per esempio quelli a base di platino (cisplatino, oxaliplatino) e di taxani (paclitaxel, docetaxel).
Non esiste ancora una terapia univoca per affrontare la neuropatia periferica da chemioterapico, in particolare perché non è ancora completamente chiaro il meccanismo d’azione che la induce. Un problema soprattutto perché il fenomeno tende a cronicizzare.

Uno studio statunitense propone di alleviare questo dolore alle estremità con il massaggio svedese.
Gli autori hanno lavorato su settantuno pazienti, suddividendoli in modo casuale in quattro gruppi: due di controllo, trattati in aree non colpite da neuropatia, e due di studio, uno con trenta minuti di massaggio somministrati tre volte la settimana per quattro settimane e l’altro con trenta minuti di massaggio somministrati due volte la settimana per sei settimane.
Il massaggio è stato sempre effettuato da un massaggiatore oncologico esperto. Il trattamento è iniziato almeno a sei mesi di distanza dall’ultima chemioterapia.

Il primo dato interessante riguarda la gradevolezza: il massaggio è piaciuto alla maggioranza dei pazienti, come dimostra il fatto che in pochi hanno abbandonato il percorso. Che dire, però, dell’efficacia sul dolore? Lo studio suggerisce che il massaggio abbia un effetto sulla neuropatia periferica indipendentemente dalla sede in cui viene svolto, come se agisse non direttamente, ma modificando l’equilibrio di base del soggetto.

Tuttavia, gli autori rivelano una differenza tra i due protocolli testati: la frequenza di tre volte la settimana sembra infatti avere maggior efficacia nel dare sollievo ai pazienti rispetto a quella di due volte, anche se prolungate nel tempo.
Per questa ragione, gli autori si ripromettono di studiare nel dettaglio i due protocolli. Sebbene lo studio sia monocentrico e non prenda in considerazione un gruppo di controllo con placebo o seguito con una procedura standard, gli esiti sono interessanti e vale la pena di approfondirli.

(Lo studio: Lopez, G., Eng, C., Overman, M. et al. A randomized pilot study of oncology massage to treat chemotherapy-induced peripheral neuropathy. Sci Rep 12, 19023 (2022). https://doi.org/10.1038/s41598-022-23372-w)

Stefania Somaré