Nell’ambito della legge di Stabilità 2015, la Conferenza Stato Regioni ha stabilito, per quanto riguarda l’assistenza protesica, che «il Governo d’intesa con le Regioni individua, con proprio atto, alcune tipologie di dispositivi medici di fabbricazione continua o di serie finiti di cui all’elenco 1 dell’allegato 1 del dm 27 agosto 1999, n. 332 (Regolamento recante norme per le prestazioni di assistenza protesica erogabili nell’ambito del Ssn: modalità di erogazione e tariffe), i quali devono essere acquisiti con procedure pubbliche di acquisto e distribuiti direttamente agli assistiti dalle aziende sanitarie fatti salvi specifici accordi di livello regionale con la filiera distributiva». Ma quali sono i commenti dalle associazioni di categoria? Michele Clementi, segretario di Assortopedia, è chiaro: «Il tema è sempre e solo quello del risparmio, mai della qualità. La spesa degli elenchi 1-2-3 del Nomenclatore è di circa un miliardo di euro e consente di assistere circa 3,5 milioni di disabili ogni anno: continuare ad accanirsi contro questo settore insistendo con i tagli alla spesa mi sembra un’immensa ipocrisia, soprattutto introducendo modalità di acquisto che porteranno a difficoltà erogative e all’incremento della spesa stessa. C’è anche il rischio che ogni Regione adotti modalità di acquisizione proprie, creando in questo modo una totale disomogeneità a livello nazionale. Mi auguro che, prima che sia troppo tardi, anche le associazioni dei disabili manifestino la loro contrarietà alla riforma in atto».