Le opportunità della stampa 3D

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(immagine cortesia: 3D4Med)

A Pavia, presso l’Irccs Policlinico San Matteo Fondazione, è nato nel 2018 il primo laboratorio italiano di stampa 3D clinica, che però aveva già una propria esistenza e connotazione fin dal 2011. Forte dell’esperienza maturata in questi anni, il laboratorio si è fatto conoscere non solo all’interno del Policlinico ma anche al di fuori di esso, fornendo servizi di stampa 3D anche a enti terzi, sempre partendo da immagini TAC o RMN, chiare indicazioni di quello che si vuole stampare e collaborazione tra i team.

La stampa 3D può essere utilizzata per vari scopi: dalla pianificazione preoperatoria al training dei chirurghi, dalla formazione degli studenti al dialogo con pazienti, oltre, naturalmente, per lo sviluppo della ricerca in ambito clinico. Essendo personalizzati e permettendo allo specialista di osservare dal vero la parte anatomica di interesse del paziente, i modelli stampati in 3D si prestano alla valutazione e alla pianificazione dei casi complessi. Lo stesso laboratorio porta degli esempi in due differenti aree: ortopedica e maxillofacciale.

Iniziamo con l’ortopedia, ambito nel quale il team di Pavia utilizza la stampa 3D per creare repliche personalizzate di strutture ossee interessate da fratture per supportare il team chirurgico nella pianificazione preoperatoria: un approccio che, nel tempo, ha dimostrato di aumentare i casi di successo di ricostruzione ossea. Avendo un modello tra le mani, il chirurgo può infatti progettare l’intervento fin nel dettaglio.

Simile la situazione in ambito maxillofacciale, dove i modelli anatomici ad alta risoluzione facilitano la pianificazione preoperatoria, impattando positivamente sul risultato finale sia in termini funzionali che estetici, che si tratti di chirurgia ricostruttiva della mandibola, della mascella o delle orbite.

Presso il laboratorio pavese è presente la stampante J750 Digital Anatomy: si tratta di uno strumento capace di ricreare tessuti di consistenze differenti, perfetto quindi per riprodurre le diverse strutture ossee del corpo e, in effetti, con questa stampante il team riesce a stamparne moltissime.

Tanto in ortopedia quanto in chirurgia maxillofacciale, poter contare su una buona progettazione preoperatoria consente di ridurre anche i tempi operatori e minimizzare gli errori.
Nella maggioranza dei casi i chirurghi chiedono anche la stampa di guide operatorie paziente specifiche, adatte proprio per lo specifico intervento che deve essere eseguito.

In tanti, quindi, beneficiano di questa tecnologia: il paziente, perché riceve un intervento più puntuale e sicuro; il chirurgo, che può svolgere al meglio il proprio lavoro; la struttura sanitaria, che efficienta al massimo i tempi operatori.

C’è poi un’altra applicazione utile, nell’uso della stampa 3D in ambito medicale: quella formativa. Avere a disposizione modelli reali migliora e amplifica le potenzialità del training e dell’insegnamento.

Stefania Somaré