La lombalgia tra i tecnici ortopedici

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Dati OMS dicono che circa 1,71 miliardi di persone al mondo soffrono di un disturbo muscoloscheletrico, il più comune dei quali è la lombalgia, che ha una prevalenza di 568 milioni di persone.
Il dolore muscoloscheletrico è una delle prime cause di disabilità nel mondo, intesa come difficoltà nel muoversi e nel vivere una vita sociale e lavorativa piena. Come la gran parte delle patologie correlate all’età, anche questa è destinata a crescere in incidenza a causa dell’invecchiamento della popolazione, anche se non bisogna dimenticare che i dolori muscolari e il mal di schiena compiscono anche i più giovani, fin dai banchi di scuola.

In questo ambito ha la sua importanza, infatti, anche la componente psicoemotiva che può portare un dolore a non rientrare più, ma a cronicizzare anche in assenza delle cause fisiologiche che lo avevano determinato inizialmente.

Una delle aree sociali più colpite dal dolore muscoloscheletrico è quella lavorativa, con un notevole numero di giornate perse. Anche tra i professionisti sanitarie.

Uno studio australiano, condotto dalla School of Allied Health, Human Services and Sport del College of Science Health and Engineering e dal Centre for Ergonomics and Human Factors della School of Public Health and Psychology del College of Science, Health and Engineering de La Trobe University, a Melbourne, ha valutato la diffusione del dolore muscoloscheletrico (MPS) tra chi costruisce protesi e ortesi.

Avendo già valutato la questione a livello nazionale in un precedente studio, stabilendo un’alta prevalenza di queste condizioni, gli autori hanno deciso di ripetere l’analisi all’estero, coinvolgendo una serie di nazioni: hanno quindi invitato le due categorie professionali di varie realtà internazionali a rispondere a un questionario per valutare l’esistenza di fattori lavoro-associati nello sviluppo di dolori muscoloscheletrici. Hanno risposto solo 173 persone, permettendo comunque di fare una prima valutazione. I dati raccolti sono stati analizzati statisticamente per individuare associazioni tra gli aspetti demografici dichiarati dai vari partecipanti e le caratteristiche lavorative riportate, comprese soddisfazione lavorativa, equilibrio tra vita e lavoro e rischi fisici e psicosociali.

Tre quarti dei partecipanti ha detto di soffrire di MPS: questa condizione sembra essere associata, in questo campione, per lo più al numero di anni di lavoro. Al contrario, lo studio precedente incentrato sulla sola Australia aveva messo in evidenza altri fattori chiave, come il genere e la presenza di rischi fisici o psicosociali.

Questi differenti risultati suggeriscono che possano esistere delle differenze di carattere geografico da tenere in considerazione: gli autori sottolineano quindi la necessità di effettuare studi nei vari territori. D’altronde, capire le possibili ragioni del MPS nelle categorie professionali dei protesisti e degli ortesisti è il primo passo per individuare e poi applicare delle strategie preventive.

(Lo studio: Anderson S, Weale V, Stuckey R, Oakman J. Work-related musculoskeletal pain in prosthetists and orthotists: a comparison between Australia and other countries. Prosthet Orthot Int. 2021 Nov 10. doi: 10.1097/PXR.0000000000000051. Epub ahead of print. PMID: 34759257)
Link a dati WHO: https://www.who.int/news-room/fact-sheets/detail/musculoskeletal-conditions

Stefania Somaré