Invaso protesico, differenze tra produzione standard e con stampa 3D

Usare la tecnologia 3D per misurare il moncone consente di ottenere invasi più comodi e performanti? Uno studio di fattibilità suggerisce di sì, anche se richiede un lavoro più ampio.

La realizzazione di un invaso protesico è un lavoro complesso che richiede al tecnico ortopedico competenza ed esperienza, fin dalla misurazione del moncone, rendendo difficile, per esempio, una standardizzazione e lasciando ampio margine all’errore umano.

Data l’importanza sempre maggiore che la tecnologia additiva sta acquisendo anche in ambito ortopedico, è naturale che nascano sperimentazioni per la produzione di invasi in 3D.

Il passaggio a una modalità produttiva di invasi differente deve essere però sostenuta da chiari vantaggi, in termini di efficacia del prodotto finito e comfort per il paziente, ma anche di costi e tempi di produzione.

Per questa ragione, un team canadese ha condotto uno studio di fattibilità per verificare se sia possibile effettuare un confronto tra le caratteristiche geometriche e cliniche di un invaso prodotto in modo convenzionale o con tecnologia 3D. I risultati di questo lavoro sono pubblicati su Prosthesis e, essendo positivi, aprono la strada a uno studio randomizzato controllato. 

Caratteristiche del protocollo preso in considerazione

Per valutare al meglio il protocollo già elaborato, il team ha preso in considerazione una serie di criteri, a partire dall’arruolamento dei pazienti, dal loro consenso e dai retention rates.

Le altre variabili sono: aderenza al protocollo da parte di partecipanti e facilitatori, in termini di tempistiche e organizzazione, eventi avversi, score di comfort per le due tipologie di invaso e valutazione dell’esperienza da parte dei pazienti. Per questo studio di fattibilità sono stati presi in considerazione 9 monconi, misurati prima con scansione 3D e poi con il convenzionale calco in gesso.

Una volta prese le misure e la geometria dell’invaso, in entrambi i casi la lavorazione passa in digitale, con stampa dell’invaso finale in ABS termoplastico. Il progetto degli invasi è stato effettuato con Autodesk Meshmixer, stabilendo per tutti i prodotti finiti uno spessore di 4 mm.

Tutti gli invasi sono Total Surface Bearing (TSB). Per ogni moncone è stato prodotto un invaso per tipo. Una volta stampati, gli invasi sono stati rinforzati con fibre di vetro e resine, così da assicurarne la stabilità. Inoltre, i diversi invasi sono stati resti tra loro indistinguibili, così che i pazienti e i valutatori non potessero sapere se fossero stati prodotti a partire da calco o da scansione 3D. 

Il momento della verità

Una volta pronti, gli invasi sono stati indossati dai partecipanti allo studio che hanno deciso con quale proseguire la riabilitazione protesica, basandosi sulla comodità. In questa fase si è tenuto conto anche del parere dello specialista che ha tenuto conto della migliore indossabilità.

In caso di parità tra i due invasi, il paziente ha scelto il preferito. Ogni soggetto ha avuto due giorni per abituarsi al nuovo invaso, dopo di che gli autori hanno chiesto di riferire come si sentivano durante la deambulazione.

Questi pareri sono stati aggiunti ad altri dati già registrati, come il tempo richiesto per la misurazione del moncone, le modifiche in CAD/CAM e la stampa e le sensazioni espresse dal paziente al primo indossamento. 8 su 9 pazienti si sono trovati meglio con l’invaso prodotto a partire da scansione 3D.

Inoltre, i pazienti hanno generalmente preferito il processo di scansione 3D a quello manuale. Per quanto riguarda la geometria degli invasi, gli autori hanno osservato che, in genere, gli invasi prodotti manualmente hanno una maggiore distanza verticale dal residuo distale al tendine patellare (+1,2%) e un volume globale maggiore (+2,1%).

Dato che anche il tasso di adesione al protocollo è stato buono, come accennato vale la pena di avviare uno studio randomizzato più ampio. 

Lo studio: Eshraghi, A.; Phillips, C.; MacKay, C.; Dilkas, S.; Riondato, Z.; Lehkyj, S.; Heim, W. Comparison of Socket Geometry, Socket Comfort, and Patient Experience between Manually- and Digitally-Designed Prosthetic Sockets for Lower-Limb Amputees: A Feasibility Study. Prosthesis 2024, 6, 672-682. https://doi.org/10.3390/prosthesis6030048