Infezioni periprotesiche e uso di cemento medicato

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L’evento avverso più grave che può verificarsi a seguito di artroplastica è l’infezione della protesi appena impiantata: ciò richiede un nuovo intervento per togliere la protesi infetta, trattare l’area con antibiotici e, solo in seguito, procedere a una nuova protesizzazione.

La ricerca sta studiando materiali funzionali che siano in grado di ridurre ulteriormente il rischio infettivo, che è comunque già abbastanza basso.

Quando si parla di protesi d’anca, l’utilizzo di cemento medicato con antibiotici è già piuttosto diffuso e ci sono studi che ne confermano l’efficacia. C’è invece un vuoto per l’artroplastica totale di ginocchio.

Vuoto che ha iniziato a essere colmato da uno studio (Antibiotic-loaded bone cement is associated with a lower risk of revision following primary cemented total knee arthroplasty, Simon S. Jameson, Asaad Asaad, Marina Diament, Adetatyo Kasim, Theophile Bigirumurame, Paul Baker, James Mason, Paul Partington, and Mike Reed, The Bone & Joint Journal, 2019) di tipo retroattivo condotto su 731.214 casi trovati all’interno del National Joint Registry (NJR) di Inghilterra e Galles.

Le analisi statistiche condotte su questi pazienti – per ognuno dei quali era possibile risalire al tipo di impianto utilizzato e alle variabili chirurgiche – ha portato in evidenza il fatto che l’utilizzo di cemento con antibiotici riduce il rischio di infezione e quindi la necessità di revisione.
Al contrario, l’impiego di questo materiale non sembra aumentare i tassi di fallimento dell’impianto a breve termine.

Stefania Somaré