I dati sulle fratture da fragilità inducono a interrogarsi sulla capacità del SSN e dei SSR di rispondere ai bisogni e ai diritti di salute, soprattutto se incrociati con gli effetti del recente lockdown, che ha portato milioni di italiani (soprattutto anziani) a non muoversi da casa, accentuando le problematiche legate alla prolungata sedentarietà.

La Coalizione FRAME Fratture da Fragilità lavora da due anni per far riconoscere la realtà di centinaia di migliaia di cittadini: oggi quest’alleanza vasta e autorevole che vede il lavoro congiunto di 18 associazioni di pazienti, 2 ordini professionali, 7 società scientifiche con la collaborazione di un intergruppo parlamentare, pubblica il suo nuovo “Documento Programmatico Regionale”, nel quale lancia alcuni specifici messaggi ai territori e ai decisori regionali per avviare azioni prioritarie, assistenziali e organizzative.

Nel Documento – che è il cuore della pubblicazione dell’Italian Health Policy Brief (IHPB) – Focus On “Fratture da Fragilità Report dal Tavolo Nazionale della Coalizione FRAME” – si avanzano tre proposte:

  • che le fratture da fragilità siano riconosciute come priorità nell’agenda politica regionale, con codifica del paziente con fragilità ossea
  • che vengano definiti degli specifici PDTA regionali
  • che vengano identificati i percorsi regionali per la realizzazione delle Unità di Frattura (FLS).

Queste proposte sono già al centro di un confronto tra clinici, pazienti e rappresentanti dei sistemi sanitari in alcune Regioni (Toscana, Veneto, Lombardia, Sicilia, Puglia, Lazio), che hanno dimostrato particolare sensibilità al tema delle fratture da fragilità.

Nella pubblicazione di IHPB-Focus On – dove risaltano, tra gli altri, i contributi di prof. Silvio Brusaferro (presidente Istituto Superiore Sanità), on. Andrea Mandelli (presidente FOFI), sen. Maria Rizzotti (vicepresidente XII Commissione permanente Igiene e Sanità, Senato della Repubblica), on. Rossana Boldi (vicepresidente XII Commissione Affari Sociali, Camera dei Deputati), sen. Antonio Tomassini (presidente Associazione di Iniziativa Parlamentare e Legislativa per la Salute), Luigi Icardi (Coordinatore Commissione Salute, Conferenza Stato Regioni), Sonia Viale (Assessore Sanità, Regione Liguria) – si ripercorre tutto il percorso fatto dalla Coalizione in due anni di lavoro (dalla creazione nell’autunno del 2018 al recente Tavolo nazionale, convegno digitale tenuto lo scorso 8 giugno) per far riconoscere la gravità del fenomeno delle fratture da fragilità, un’emergenza di salute pubblica che in Italia non trova risposta, pur presentando dati preoccupanti e superiori alla media europea.

Il prof. Brusaferro si è detto convinto che la Coalizione «sia in grado di dare un segnale importante perché le azioni che abbiamo in programma devono affrontare tematiche come questa, continuando senza sosta in un lavoro mirato a produrre percorsi diagnostico-terapeutici da fornire all’attenzione della popolazione fragile, dei decisori, dei clinici, degli operatori sanitari.
L’ISS è sempre pronto e disponibile a collaborare con i soggetti che interpretano con serietà le domande dei cittadini».

Oltre ai tre obiettivi principali sopra indicati, nel documento programmatico la Coalizione propone una serie di azioni capillari che possono favorire la presa in carico di soggetti fragili e pazienti, la prevenzione, il dialogo multiprofessionale, la condivisione dei dati disponibili, la promozione di iniziative di educazione e prevenzione, l’implementazione di sistemi regionali di monitoraggio sulle fratture da fragilità, la creazione di database regionali delle fratture stesse; la creazione di reti ospedale-territorio; l’impiego di algoritmi informatizzati per il calcolo del rischio di frattura del paziente.

Fratture da fragilità, uno scenario preoccupante

I dati ricostruiscono uno scenario preoccupante: sono più di 4 milioni gli italiani colpiti da osteoporosi (3,2 milioni le donne e 0,8 milioni gli uomini); il rischio di subire una frattura da fragilità nelle donne italiane over 50 è del 34% (31% media EU), del 16% negli uomini (14% media EU); in seguito alla prima frattura da fragilità il rischio di subire una successiva frattura, entro il primo anno, è cinque volte superiore; si stima che in Italia, nel corso del 2017, si siano verificate 560.000 fratture da fragilità, senza contare le numerose fratture vertebrali che solo in piccola parte vengono diagnosticate o registrate; l’incidenza di fratture da fragilità nei prossimi 10 anni crescerà del +22,4% in Italia (2030: 690.000 fratture); i costi sanitari generati da fratture da fragilità sono stimabili in 9,4 miliardi di euro, con un aumento stimato del +26,2% nei prossimi 10 anni (2030: 11,9 miliardi di euro); il 75% dei pazienti colpiti da questo tipo di fratture non riceve un trattamento farmacologico.

Sono dati che – se incrociati con gli effetti del recente lockdown, che ha portato milioni di italiani (soprattutto anziani) a non muoversi da casa, accentuando le problematiche legate alla prolungata sedentarietà – interrogano il SSN e i SSR sulla loro capacità di risposta ai bisogni e ai diritti di salute.

Su questi temi è impegnata la Coalizione FRAME, che oggi comprende 18 associazioni di pazienti (AIFOSF, AISM, ALAMA, AMICI, ANED, ANLAIDS, ANMAR, APPI, APMAR, ASSOCIAZIONE PAZIENTI BPCO, CITTADINANZATTIVA, FEDERASMA, FEDIOS, FIRMO, PARKINSON ITALIA ONLUS, RESPIRIAMO, SALUTEDONNA, FEDERASMA E ALLERGIE ONLUS, UNIAMO), 2 ordini professionali (FOFI e FNOPI) e 7 società scientifiche (SIE, SIFO, SIMG, SIR, SIOMMMS, SIOT, SIMFER).