Formazione ECM 2018 con Ortopedici&Sanitari

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Formazione ECM 2018 con Ortopedici&Sanitari

Il responsabile scientifico del corso ECM a distanza di Ortopedici&Sanitari presenta ai lettori i contenuti e gli obiettivi formativi dell’edizione 2018, dedicata a “Patologie della colonna del tratto lombare”.

Secondo le stime dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, la lombalgia è una sintomatologia (più che una patologia) che affligge circa il 40% delle persone a un certo punto della loro vita. Tuttavia si tratta di stime prudenti che prendono in considerazione solo casi acuti, subcronici o cronici. Il mal di schiena, infatti, non risparmia quasi nessuno: è un problema con cui l’80-85% di noi deve fare i conti almeno una volta nella vita. Di conseguenza ha costi sociali molto alti: stando a dati elaborati dall’Istituto Scientifico Italiano Colonna Vertebrale (Isico) di Milano tratti dai rapporti Inail e Anmil, in Italia almeno il 50% delle assenze e il 60% dei casi d’incapacità permanente al lavoro sono dovute a disturbi muscolo-scheletrici e in primo luogo alla lombalgia, che è la prima causa di assenza dal lavoro per malattia colpendo quasi un lavoratore su tre (circa il 30%). Un problema che riguarda tutte le società industrializzate: negli Stati Uniti è stato calcolato che il costo annuale per le assenze dal lavoro dovute a problemi alla schiena oscilla tra i 38 e i 50 miliardi di dollari, con 28,6 giorni di assenza ogni 100 lavoratori, mentre nel Regno Unito sono 32,6 e in Svezia 36.

Ed è una piaga antica, perché «da quando i nostri lontani progenitori si alzarono sulle gambe posteriori, i nostri muscoli dorsali sono stati costretti a compiere un lavoro straordinario e sono rari coloro che, in qualche periodo della loro vita, non abbiano sofferto di mal di schiena», come scrive Desmond Morris, il famoso zoologo ed etologo inglese ne Il nostro corpo del 1985. Tanto è vero che il Papiro Edwin Smith, il più antico trattato chirurgico a noi noto, risalente al 1.500 a.C. circa, illustra proprio un metodo diagnostico e un trattamento per un caso di distorsione vertebrale. E fu lo stesso Ippocrate, il primo a identificare il dolore sciatico e la lombalgia con un termine specifico.

Non deve stupire, quindi, che il corso di formazione a distanza (Fad) nell’ambito dell’ECM del 2018, messo a punto dalla nostra rivista Ortopedici&Sanitari, riguardi proprio le Patologie della colonna del tratto lombare. Un corso di 25 ore di studio per 25 crediti formativi, attivo dal 1° febbraio 2018 fino alla fine dell’anno, che come sempre adotta un approccio multidisciplinare, rivolto a tecnici ortopedici, tutti i medici, fisioterapisti e infermieri. L’obiettivo è «fornire strumenti e metodologia per la diagnostica differenziale e l’approccio terapeutico, non solo farmacologico, al low back pain, focalizzando l’attenzione sul cruciale ruolo del fisioterapista e del tecnico ortopedico e sull’evoluzione di tecniche e materiali a supporto dei trattamenti fisici» come spiega il responsabile scientifico del corso, il dottor Guido Arpaia, specialista in Ematologia Generale e Angiologia Medica, direttore di Struttura Complessa di Medicina Interna all’ASST di Vimercate, Ospedale di Carate Brianza (MB).

Dottor Arpaia, quali sono i vantaggi che si possono ottenere seguendo questo corso?
«Sicuramente riunire in un’unica trattazione una visione “olistica” a 360° gradi del problema del dolore dorso-lombare per fornire anche a un operatore non specializzato i mezzi più efficaci per la diagnosi e la terapia, oltre che un aggiornamento su terapie fisiche e di supporto. Perché il cosiddetto low back pain è un problema estremamente importante, di cui soffre un elevato numero di persone, con una rilevanza anche socio-economica che va ben oltre la sintomatologia e che, infatti, viene affrontato con una certa periodicità anche da importanti riviste internazionali».

Perché proprio un corso sul mal di schiena?
«A tutti i medici capita molto spesso di vedere un paziente che lamenta mal di schiena, ma questa è una tra le patologie più diffuse e di più difficile inquadramento, che comporta spesso una diagnostica differenziale complessa, lunga e – aspetto da non sottovalutare – costosa e che comporta un notevole peggioramento della qualità di vita. Il dolore dorso-lombare, però, può derivare da molte patologie organiche e psicologiche, spesso sovrapposte e di complessa interpretazione. Non sempre gli esami strumentali sono in grado di darci una risposta in prima istanza e spesso si deve ricorrere a mezzi di supporto diagnostico non sempre facilmente reperibili e di facile accesso e il trattamento non può essere quasi mai solo farmacologico. Anzi, spesso affrontarlo solo con una terapia analgesica può addirittura essere dannoso, perché se si elimina il dolore a una persona che soffre di una patologia più grave, senza capire il perché del suo insorgere, possiamo addirittura peggiorare il danno esistente. Per questo il corso affronta molte delle situazioni con le quali bisogna confrontarsi ogni giorno, come osteoporosi, scoliosi e malattie reumatiche, mentre gli ultimi tre moduli rappresentano non solo lo stato dell’arte ma anche uno sguardo al futuro riguardo alla terapia fisica, agli strumenti di supporto diagnostico e all’evoluzione di tecniche e materiali dei presidi ortopedici».

A chi è indirizzato questo corso?
«Tutti i medici, in primo luogo, soprattutto quelli che affrontano in prima istanza il problema, come i medici di Medicina Generale, quelli del Pronto Soccorso o gli specialisti ambulatoriali, che possono essere messi in condizione di orientarsi prima di procedere con una terapia. È poi rivolto anche a coloro che intervengono dopo la diagnosi, vale a dire fisioterapisti e tecnici ortopedici, perché anche in questi casi un approccio sbagliato, manipolazioni e manovre “strane” possono aggravare il danno. E anche perché in questo campo il ruolo di questi operatori è fondamentale per costruire “addosso” a ogni singolo paziente il supporto o il programma di recupero più indicato. D’altra parte, in questo settore ci sono stati sviluppi tecnologici importanti, basti pensare – per citarne una – alle nuove tecnologie di stampa e progettazione in 3D».

Temi e Struttura del corso
Il corso presenta otto moduli didattici, pubblicati progressivamente sulla rivista e contestualmente resi disponibili sulla piattaforma multimediale di Tecniche Nuove, con test d’apprendimento alla fine di ogni modulo, e attestato ECM da scaricare e stampare dopo aver concluso il percorso formativo.

Autore dei primi quattro moduli è il dottor Giuseppe Castoldi, specialista in Ortopedia e Traumatologia, direttore dell’Uoc di Ortopedia e Traumatologia all’ASST di Vimercate e professore a contratto della Scuola di Specializzazione in Ortopedia e Traumatologia Università Milano-Bicocca.

Il primo modulo è dedicato naturalmente alla più diffusa “Lombalgia acuta”, intesa non tanto come entità clinica quanto come sintomo di affezioni. La colonna vertebrale è infatti una struttura unitaria costituita da molte parti che devono funzionare insieme e che si influenzano reciprocamente.

Il secondo modulo affronta, invece, la “Lombalgia cronica” e le problematiche che provocano la patologia, inquadrandone le cause e proponendo un approccio multidisciplinare “bio-psico-sociale” alla sua risoluzione in un’ottica di lean thinking (pensiero snello).

Ancora più specifico è il terzo modulo sulle “Fatture osteoporotiche”, che affronta con un approccio multidimensionale i principali aspetti dell’osteoporosi (che con l’invecchiamento della popolazione è divenuta una malattia sempre più frequente) e le terapie mediche.

Il quarto modulo è dedicato alla “Scoliosi”, “una sindrome complessa a etiologia multifattoriale”, con la prevenzione primaria e il necessario coinvolgimento di diverse figure professionali (ortopedico, fisiatra, fisioterapista) e la prevenzione secondaria.

Il quinto modulo, sulle “Patologie teumatiche”, è curato dal dottor Enrico Roberto Savini, reumatologo, e illustra le modalità di diagnosi e trattamento nel contesto di patologie infiammatorie e degenerative, di danno funzionale con possibile functio lesa, come spondiloartriti, artrite sieropositiva o psoriasica.

Il sesto modulo, invece, si focalizza su “Il ruolo del fisioterapista”. L’autore è Massimo Calabrese, fisioterapista presso il reparto di Riabilitazione Specialistica dell’Asst Ovest Milano, specializzato in terapia manuale. Il modulo illustra il suo ruolo nella risoluzione alla sintomatologia del dolore con l’ausilio di mezzi che riducano il riposo a letto e l’utilizzo dei farmaci, ma anche nel recuperare la funzionalità e nell’importante aspetto di educazione del paziente.

Gli ultimi due moduli, infine, sono stati realizzati da un trittico di autori: Sergio Carpenteri (tecnico ortopedico), Ruben Laspada (tecnico ortopedico specializzato nella tutorizzazione pediatrica) e Andrea Lauria, laureato in Tecniche Ortopediche, titolare di un suo laboratorio ortopedico e direttore didattico del corso di laurea in Tecniche Ortopediche all’Università degli Studi di Pavia. Il settimo modulo riguarda gli “Strumenti di supporto alla diagnosi” con una panoramica sulle possibilità strumentali (baropodometria, stabilometria e spirometria). L’ottavo, infine, offre un’ampia panoramica sulle “Nuove tecnologie e materiali nella tecnica ortopedica”, innovazioni tecnologiche che nel breve periodo condurranno a modalità totalmente nuove per interpretare e svolgere questo mestiere, senza però trascurare un costante e necessario confronto con le tecniche tradizionali.

Lorenzo Di Palma