Fattori che incidono sull’acquisto di tutori per arto inferiore pediatrici

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Problematiche di tipo neurologico muscoloscheletrico o traumatico che colpiscono gli arti inferiori richiedono spesso l’uso di appositi tutori, anche nella popolazione pediatrica; questi possono interessare uno o più distretti corporei, come caviglia, ginocchio, anca e così via. Dal momento che il tutore è un vero e proprio dispositivo terapeutico, l’aderenza al piano di cura previsto dallo specialista è fondamentale per ottenere il risultato sperato. In letteratura si trovano molti studi su questo aspetto ma quasi nessuno prende in considerazione se la famiglia del paziente pediatrico acquista il tutore prescritto o meno, mentre questo è il primo passo verso l’aderenza terapeutica.

Quando si parla di tutori ortopedici, infatti, non tutti vengono passati dal SSN e, tra quelli che devono essere comprati per via privata, non tutti sono scaricabili dalle tasse. Può quindi intervenire un problema di carattere economico e sociale che in qualche modo si interpone tra il bisogno di salute del bambino/ragazzo e le possibilità della famiglia.

Questo problema è probabilmente ancora maggiore in un Paese come gli Usa che non ha un sistema sanitario universalistico come il nostro. E così un team di ricercatori afferenti all’Università del Tennessee, e ad altre strutture sanitarie del territorio, hanno condotto uno studio ad hoc per capire quanto spesso un tutore per arto inferiore prescritto dal medico non viene acquistato.

Gli autori hanno quindi revisionato le prescrizioni fatte tra il 2017 e il 2019 di tutori di arto inferiore per paralisi cerebrale, spina bifida, tendine di Achille corto, piede piatto e altro: in tutto 1176. I tutori sono stati categorizzati in ortesi per abduzione del piede torto, ortesi piede/caviglia, ginocchio, anca, tutore personalizzato.

Inoltre, essendo negli Usa, sono state classificate anche le assicurazioni, tra governative, private e senza assicurazione. L’età dei soggetti coinvolti nello studio è compresa tra 0 e 21 anni: gli autori hanno registrato anche dati come sesso, etnia e indice di privazione, per stabilirne le disponibilità economiche. Solo il 7% dei tutori prescritti non è stato acquistato nel periodo preso in esame… un’analisi più dettagliata ha messo in evidenza che appartenere a etnia nera o ispanica aumenta rispettivamente del 1.64 e del 2.71 il rapporto di probabilità di non acquistare un tutore prescritto. Non solo.

Questo rapporto di probabilità sale allo 8.48 se la famiglia non è coperta da assicurazione rispetto alla copertura privata. Gli autori hanno poi individuato associazioni anche con l’età dei pazienti: in bambini di quattro anni di età o età compresa tra 0 e 3 anni la probabilità di non acquistare il tutore è di 2.12. Non ci sono, invece, associazioni tra il genere del bambino e l’indice di privazione e il mancato acquisto di un tutore. Lo studio evidenzia invece che i tutori per piede piatto vengono acquistati più facilmente di quelli per la paralisi cerebrale e il tendine d’Achille corto.

Secondo gli autori, se si vuole aumentare la compliance dei giovani pazienti occorre innanzitutto conoscere i fattori che giocano contro l’acquisto di un tutore, per poi lavorare sugli stessi e favorirne l’acquisto e quindi l’indossamento. Lo studio, di tipo retrospettivo, ha un livello di evidenza III. Sarebbe interessante sapere qual è la situazione in Italia.

(Lo studio: Rambo A, Rhodes L, Lomax J, Cao X, Steele J, Romer K, Spence D, Sheffer BW, Warner WC, Sawyer JR, Kelly DM. Factors that Influence Acquisition of Lower Extremity Braces in the Pediatric Orthopaedic Population. J Pediatr Orthop. 2021 Nov 1. doi: 10.1097/BPO.0000000000001998. Epub ahead of print. PMID: 34723893)

Stefania Somaré