Si è aperta oggi a BolognaFiere la 23esima edizione di Exposanità (17-19 aprile): l’edizione 2024 ha come claim “Ci sta a cuore chi cura”, a sottolineare l’impegno della manifestazione verso i professionisti della sanità. Lo stesso claim è stato declinato per la campagna “Ci sta a cuore il SSN”, che Exposanità ha ideato per il 45esimo anniversario del SSN e a cui tutti possono partecipare con contributi scritti o in video.
Per Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione GIMBE, “la tutela della salute non può essere un privilegio, ma deve tornare a essere un diritto costituzionale per tutte le persone”.
Proprio Cartabellotta ha aperto i lavori del convegno inaugurale di Exposanità “Investire sui professionisti per la tenuta del SSN”, elencando alcuni numeri che fotografano la situazione attuale: se per quanto riguarda i medici la situazione italiana è migliore rispetto alla media OCSE (4,1 ogni 1.000 abitanti contro 3,7), altrettanto non si può dire per gli infermieri (6,9 ogni 1.000 abitanti contro 9,9).
Barbara Mangiacavalli, presidente FNOPI, ha ricordato che “il nostro Paese ha un sistema sanitario invidiato in tutto il mondo. Abbiamo bisogno di mantenerlo pubblico, perfezionarlo, innovarlo e, soprattutto, far sì che chi lavora nel SSN sia valorizzato e motivato.
Per quanto riguarda le retribuzioni, quelle dei medici italiani si aggirano intorno ai 105 mila dollari, mentre i loro colleghi OCSE guadagnano in media 116 mila dollari. Ben più alto, invece, il gap degli infermieri, la cui retribuzione sfiora i 40 mila dollari, mentre i colleghi OCSE superano i 50 mila. I medici italiani, infine, sono i più vecchi d’Europa: il 55% è over 55.
Proprio per valorizzare le professioni del SSN, il taglio del nastro di Exposanità è stato affidato non a caso, come ha sottolineato Marilena Pavarelli, project manager di Exposanità, a Gianni Vitale, infermiere con esperienza ventennale, e a Luca Bombarda, specializzando in medicina d’urgenza, uno dei comparti che più soffre la fuga di personale.