Circa il 2% della popolazione mondiale pediatrica presenta disabilità motorie, spesso trattate con calzature ortopediche.

Una recente review condotta dal Centre for Biomechanics and Rehabilitation Technologies della Staffordshire University di Stoke on Trent (UK) ha evidenziato la presenza di lacune in letteratura scientifica: pochi studi si sono dedicati a valutare gli effetti delle calzature ortopediche sulle disabilità dei bambini coinvolti, per di più solo in alcune patologie (Hill, M., Healy, A. & Chockalingam, N. Effectiveness of therapeutic footwear for children: A systematic review. J Foot Ankle Res 13, 23 (2020). https://doi.org/10.1186/s13047-020-00390-3).

L’indicazione fornita è quindi di approfondire le ricerche per individuare quali calzature siano funzionali e in quali casi.
La review si è concentrata su particolari parametri per ricercare gli studi da analizzare, arrivando a selezionarne 13 su 5003.

Questi studi sono stati suddivisi in due gruppi: uno incentrato sulla correzione scheletrica ottenuta con le calzature e l’altro sui miglioramenti funzionali.
Nel primo caso gli outcome cercati erano di tipo geometrico, mentre nel secondo erano di tipo biomeccanico.
Gli studi del primo gruppo si concentravano su due particolari patologie, il piede equino o il piede piatto fisiologico.

In generale, i ricercatori hanno individuato in questi studi un’evidenza di livello II che le scarpe correttive sono utili sono per ridurre la deformità del piede equino, ma non per contrastare l’evoluzione del piede piatto.
Gli studi di carattere funzionale, invece, si focalizzavano sul piede piatto fisiologico e sulla paralisi cerebrale infantile.
In questo caso vi era evidenza di livello III che le calzature funzionali alterano i parametri biomeccanici del passo sia nel piede piatto sia nella paralisi cerebrale. Solo due studi hanno preso in considerazione anche le implicazioni psicosociali connesse all’uso di queste calzature.
Come accennato, la conclusione degli autori è che occorre approfondire ulteriormente la questione.

Stefania Somaré