Uno studio randomizzato dell’Irccs San Raffaele di Milano valuta l’efficacia della realtà virtuale nell’allenamento sensomotorio a finalità riabilitative in pazienti con dolore al collo persistente. Il training viene associato a terapie manuali.
Il dolore cervicale aspecifico, ovvero senza alcun segno neurologico o altra causa scatenante, è una patologia biopsicosociale che interessa grandi e piccini e può determinare cronicità e disabilità. L’incidenza è elevata: sembra che ogni anno il dolore cervicale aspecifico colpisca dal 30% al 50% della popolazione; più colpite le donne e la fascia di età 40-60 anni.
Da tempo il dolore cervicale aspecifico, così come il dolore lombare aspecifico e altre forme di dolore dell’apparato muscolo-scheletrico, viene trattato con esercizi terapeutici. In un recente studio italiano, condotto dal Dipartimento di Recupero e Rieducazione Funzionale dell’Irccs San Raffaele di Milano, si sottopongono alcuni pazienti a un allenamento sensomotorio con o senza l’ausilio della realtà virtuale. L’intento è verificare se la realtà virtuale sia uno strumento utile in questo contesto.
Come è stato condotto lo studio?
Sono 40 i pazienti coinvolti in questo lavoro, divisi in un gruppo di lavoro (21) e in uno di controllo (19). Tutti i pazienti sono stati sottoposti a 12 sessioni di lavoro, 2 alla settimana per 6 settimane di fila, della durata di 45 minuti.
Il primo quarto d’ora è dedicato alla terapia manuale, con azione sui trigger point e mobilizzazione. I partecipanti al gruppo di lavoro hanno quindi effettuato 30 minuti di esercizio sensomotorio con il supporto di un sistema riabilitativo basato sulla realtà virtuale, mentre gli altri in modo tradizionale.
I due percorsi sono equiparabili per richieste di movimento, intensità di lavoro e tipo di esercizio. Cinque le tipologie di esercizi proposti: esercizi semplici su un unico piano; esercizi più complessi, eseguiti su piani differenti; esercizi di controllo motorio, come disegnare delle figure geometriche con la testa; esercizi di spostamento del focus; esercizi giocati.
Vediamo, invece, quali variabili sono state prese in considerazione per valutare l’efficacia del sistema in realtà virtuale: disabilità, misurata con il Neck Disability Index; percezione del dolore, misurata con la Numeric Rating Scale e il Central Sensitization Inventory; funzionalità della parte, misurata con Cervical Kinematics; kinesiofobia, misurata con una scala ad hoc, la Tampa Scale of Kinesiophobia. Vediamo i risultati ottenuti dallo studio.
Esiti dello studio
Ciò che gli autori riportano è che i due metodi di lavoro, realtà virtuale e convenzionale, portano esiti simili quando si tratta di variabili riportate dal paziente, quindi relative al dolore percepito, alla funzionalità percepita e così via. Se, però, si osservano le variabili misurabili, quindi oggetti, si osservano miglioramenti maggiori nel gruppo di studio.
Le variabili che sembrano avvantaggiarsi della realtà virtuale sono quelle cinematiche, ovvero massimo ROM in rotazione, velocità media di flessione laterale craniocervicale e rapporto del ROM massimo del movimento primario rispetto a quello secondario durante l’esecuzione della rotazione craniocervicale. Sembra quindi possibile usare la realtà virtuale per somministrare esercizi sensomotori e ridurre la disabilità in pazienti con dolore cervicale.
Lo studio: Emedoli D, Alemanno F, Iannaccone S, Houdayer E, Castellazzi P, Zangrillo F, et al. Sensory-motor training with virtual reality as a complementary intervention to manual therapy for persistent non-specific neck pain: a randomized controlled trial. Eur J Phys Rehabil Med 2024 Jun 26. DOI: 10.23736/S1973-9087.24.08115-2