Difficoltà a camminare in età avanzata

I ricercatori della Yale School of Medicine hanno scoperto che la probabilità di acquisire disabilità con l’avanzare degli anni è condizionata da alcuni fattori di rischio: patologie croniche, disturbi cognitivi, scarsa attività fisica. «Perdere la capacità di camminare in modo indipendente porta non solo a una generale peggiore qualità di vita, ma anche a una maggiore esposizione a malattie, depressione e isolamento sociale», dice Thomas Gill, che ha studiato un gruppo di 641 persone di 70 anni che riuscivano a camminare per circa 400 metri senza aiuti o che, all’inizio dello studio, riuscivano a guidare l’auto. Tutti i partecipanti riuscivano a espletare comuni attività quotidiane come lavarsi o vestirsi. Gill e la sua équipe hanno valutato, ogni 18 mesi per 10 anni se nei partecipanti intervenissero cambiamenti verso fattori di rischio per una potenziale disabilità. Inoltre, ogni mese hanno valutato il grado di mobilità. Coloro i quali avevano bisogno di un aiuto esterno per percorrere i 400 metri sono stati ritenuti disabili nel cammino. Coloro che rivelarono di non aver guidato l’auto nel mese precedente furono ritenuti non abili alla guida. A cadenza mensile, il gruppo di ricerca ha anche valutato l’esposizione dei partecipanti a potenziali cause di disabilità – incluse malattie o ferite che abbiano richiesto il ricovero e limitato le loro attività -, le quali aumentano la possibilità di disabilità a lungo termine. I ricercatori hanno concluso che più fattori di rischio associati, assieme a successive malattie e ferite che abbiano richiesto l’ospedalizzazione e restrizione delle attività, siano associati a una maggiore probabilità di incorrere in disabilità motorie a lungo termine. Gli studiosi, in particolare, hanno definito “a lungo termine” le forme di disabilità che durano almeno da sei mesi. «Abbiamo capito che strategie mirate sono necessarie per prevenire la disabilità negli anziani, affinché questi ultimi possano vivere mantenendo la loro indipendenza».