In occasione di un recente congresso di medici ortopedici, fisiatri e reumatologi, si è parlato del ruolo dello specialista ambulatoriale quale anello di congiunzione tra ospedale e territorio nella gestione di patologie osteoarticolari ben note ed emergenti.
Tra le patologie prese in considerazione, la carenza di vitamina D, molto diffusa tra anziani e giovani europei.
Secondo alcune stime, il 65-75% degli anziani hanno poca vitamina D: un problema serio perché questa carenza porta a debolezza ossea e osteoporosi e, al contempo, può associarsi a demenza senile, sclerosi multipla e diabete di tipo 2.
Anche nei bambini, però, spesso la vitamina D è carente: si stima che 6 bambini su 10 abbiano questo problema, che riduce il futuro raggiungimento del picco ottimale di massa ossea nel giovane.
La carenza di vitamina D è poi importante anche nella sarcopenia, vale a dire la debolezza muscolare che colpisce l’anziano e incide sulle condizioni dell’anziano fragile.
Tre le soluzioni prospettate dagli esperti. La prima è di carattere nutrizionale, assicurata con un minimo apporto giornaliero di calcio o con la supplementazione di vitamina D, fino al raggiungimento del livello ematico ottimale e apporto sufficiente di proteine. A questa si aggiunge la strategia del movimento, con un’ora di attività fisica aerobica moderata almeno tre volte la settimana. Essenziale anche esporsi almeno un’ora al giorno al sole, in primavera ed estate.
Stefania Somaré