Artrosi di ginocchio e ruolo dell’idrokinesiterapia

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Tra i consigli terapeutici e riabilitativi che si possono dare a un paziente con artrosi di ginocchio trattata conservativamente figura l’esecuzione di esercizi in acqua.
In tema di idrokinesiterapia il dott. Pierantonio Gardelin, responsabile del Centro di Chirurgia Mininvasiva Anteriore d’Anca dell’Istituto Clinico San Siro di Milano (Gruppo San Donato), ha ricordato che l’acqua è un ottimo strumento terapeutico. Consente, infatti, di svolgere movimenti in assenza di carico riducendo, se non eliminando, il dolore articolare e facilitando il lavoro su articolazioni molto infiammate.

Tra gli esercizi più semplici che si possono proporre c’è la camminata in acqua, meglio se immersi almeno fino alla vita, così da alleggerire l’articolazione della metà del peso del soggetto. Certo, camminare immersi fino all’ombelico è faticoso, ma consente di mettere in sicurezza l’articolazione malata e, nel frattempo, anche di rinforzare la muscolatura di anche e ginocchia e migliorare le problematiche articolari.

Anche la letteratura conviene sull’utilità della riabilitazione in acqua. Lo conferma una recente revisione cinese basata su 22 studi randomizzati e controllati individuati tra PubMed, Web of Science, Embase, CENTRAL, CNKI e WanFang, per un totale 1394 pazienti.

L’analisi di questi lavori mette in evidenza che gli esercizi in acqua determinano una riduzione del dolore e il miglioramento delle funzioni fisiche dei pazienti, incidendo positivamente anche sulla rigidità articolare: ciò è vero soprattutto se si effettua un confronto con pazienti non trattati. Purtroppo, questi effetti hanno durata limitata al post-intervento.

Solo il dolore sembra venire influenzato più a lungo da questo tipo di terapia: gli studi individuati indicano un’efficacia fino a 3 mesi. Sembrerebbe quindi che gli esercizi in acqua possano avere un reale valore terapeutico su soggetti con artrosi di ginocchio.
Tuttavia, sempre lo stesso studio evidenzia l’inesistenza di differenze significative negli esiti di una riabilitazione in acqua rispetto che in asciutto: ciò vale sia per il dolore che per la rigidità articolare e la funzionalità motoria.

La riabilitazione in acqua resta quindi un’opzione terapeutica che può essere suggerita ai pazienti in base alle loro preferenze personali e caratteristiche fisiche; soggetti sovrappeso, per esempio, potrebbero trarre grande vantaggio dallo scarico di peso che si ottiene in acqua. Infine, il lavoro del team cinese conferma anche la sicurezza di questo tipo di intervento.

Allo studio hanno collaborato la Nankai University, la Beijing Sport University e la Shanghai Jiao Tong University. Si stima che l’artrosi di ginocchio abbia, sopra i 60 anni, una prevalenza del 10% negli uomini e del 13% nelle donne, nelle quali è il tipo di artrosi più frequente.

La percentuale cresce però con l’età. L’artrosi interessa nel 50% dei casi l’articolazione femoro-rotulea, nel 75% la femorotibiale mediale e solo nel 25% dei casi la femorotibiale laterale. I pazienti affetti da gonartrosi vengono tutti trattati, in prima istanza, per via conservativa: individuare strategie sicure ed efficaci è importante per consentire di ritardare il più possibile il momento dell’artroplastica.

(Lo studio: Xu Z, Wang Y, Zhang Y, Lu Y, Wen Y. Efficacy and safety of aquatic exercise in knee osteoarthritis: A systematic review and meta-analysis of randomized controlled trials. Clinical Rehabilitation. 2022;0(0). doi:10.1177/02692155221134240)

Stefania Somaré