La realtà aumentata sta diventando uno strumento nelle mani dei chirurghi per facilitare la precisione dell’intervento. L’uso di questa tecnologia è stato validato in ortopedia per la prima volta pressa l’Irccs Ospedale Sacro Cuore don Calabria di Negrar, dove è stata applicata all’esecuzione di alcuni interventi di artroplastica di ginocchio.
Attori dell’innovazione sono stati i membri dell’équipe diretta dal dott. Claudio Zorzi, che vanta una delle più alte casistiche italiane per impianti protesici al ginocchio, tanto da essere centro di riferimento regionale per anca e ginocchio.
Spiega Venanzio Iacono, chirurgo ortopedico: «secondo studi internazionali il 20% di coloro che hanno avuto un impianto di protesi al ginocchio si dichiara insoddisfatto del trattamento chirurgico. Quasi sempre la causa è il posizionamento della protesi, non conforme cioè alle caratteristiche morfologiche dell’arto del paziente. La realtà aumentata interviene proprio con l’obiettivo di colmare questo gap, perché introduce nelle immagini reali elementi virtuali».
Ciò permette al chirurgo di essere più preciso nel posizionamento dell’impianto. Ma come funziona? Dopo aver identificato i punti anatomici di repere, vi si posizionano dei qr code che, una volta inquadrati, fanno proiettare sugli occhiali indossati dal chirurgo l’immagine dell’arto con l’aggiunta di alcuni elementi virtuali, come la linea dell’asse del ginocchio e i gradi.
«Grazie a queste informazioni, il chirurgo può verificare se i tagli che sta effettuando sull’osso corrispondono all’inserimento della protesi secondo le angolature previste dal piano preoperatorio», continua il dott. Iacono.
Una volta affinata la tecnica e identificato un sistema di navigazione, questa tecnologia potrà facilitare gli interventi di protesizzazione di ginocchio, facendo calare la percentuale di pazienti insoddisfatti.
Ma non solo. Una protesi ben allineata ha anche una vita più lunga, il che allontana nel tempo l’intervento di revisione che, sappiamo, è delicato dal punto di vista chirurgico e costoso per il Sistema Sanitario Nazionale.
Stefania Somaré