L’importanza della medicina fisica e riabilitativa aumenta, in Italia e nel mondo, di pari passo con l’età media della popolazione che, proprio a causa delle patologie degenerative associate all’invecchiamento, sempre più avrà bisogno di un supporto riabilitativo. Per questo il professor Antimo Moretti, tesoriere della Società Italiana di Medicina Fisica e Riabilitativa (SIMFER) e segretario del Comitato di collegamento tra l’International Society of Physical and Rehabilitation Medicine (ISPRM) e l’Organizzazione Mondiale della sanità (WHO), ha portato due interventi ufficiali durante la 78ª Assemblea Mondiale della Sanità, dedicata per questo 2025 al tema One World for Health.
Il primo intervento si è focalizzato sul ruolo che la medicina fisica e riabilitativa ha nel garantire gli Obiettivi di sviluppo sostenibile, mentre il secondo nel contesto della salute di donne, bambini e adolescenti.
Riabilitazione come parte della copertura sanitaria universale
Nel 2023 l’Assemblea Mondiale della Sanità ha riconosciuto l’importanza della riabilitazione come strumento per migliorare la salute globale. In quell’occasione, l’Assemblea ha messo nero su bianco la risoluzione oggi nota come 76.6, ovvero Strengthening rehabilitation in health systems, suggerendo quindi di rinforzare il ruolo della riabilitazione in tutti i sistemi sanitari nazionali.
Durante il suo intervento, il professor Moretti ha ricordato che un buon sistema riabilitativo può migliorare la qualità di vita e il benessere dei cittadini, ritardare la necessità di cure a lungo termine e supportare l’autonomia delle persone, che possono così vivere una vita attiva e socialmente piena.
Perché tutti questi obiettivi possano essere raggiunti occorre che i Paesi rendano accessibili i servizi riabilitativi di qualità e si dotino delle ultime tecnologie assistive. L’appello è anche quello di allineare le offerte dei sistemi sanitari alle reali esigenze di salute delle popolazioni, a livello globale, così da favorire uno sviluppo sostenibile anche in ambito sanitario.
La riabilitazione nell’area materno-infantile
Il secondo intervento del professor Moretti si è concentrato sul ruolo della riabilitazione in ambito materno e neonatale, ma anche nelle fasi di crescita del bambino, fino all’adolescenza.
Moretti ha parlato di riabilitazione post-partum, ma non solo. I grandi avanzamenti raggiunti dalla medicina negli ultimi decenni rendono oggi possibile la vita a bambini portatori di diverse disabilità, bambini che necessitano di un supporto e sostegno spesso anche riabilitativo, che deve essere precoce e mirato. Una verità che riguarda i nati prematuri, ma anche i bambini che subiscono un trauma alla nascita e i portatori di paralisi cerebrale infantile.
La riabilitazione in questi casi è fondamentale per uno sviluppo ottimale sia fisico che emotivo, offrendo un supporto anche alle famiglie.
La riabilitazione in contesto di emergenza e crisi climatica
L’Assemblea è stata poi occasione per parlare di altre tematiche, promosse da ISPRM e WRA. Le due associazioni hanno sottolineato l’importanza di intervenire con percorsi riabilitativi precoci in soggetti che subiscono un trauma o un’altra emergenza sanitaria. Si pensi per esempio a un trauma ortopedico, oppure a un ictus: in entrambi i casi la riabilitazione assume un ruolo fondamentale.
La richiesta è, quindi, che gli Stati membri integrino i percorsi riabilitativi e le tecnologie assistive nelle équipe di emergenza, tenendone conto anche nelle fasi di pianificazione degli interventi: ciò potrebbe migliorare gli esiti sul paziente e, in una logica di sostenibilità del sistema, favorire anche un contenimento dei costi sul medio, lungo termine.
Nel caso dei servizi riabilitativi nel contesto della crisi climatica, ISPRM e WRA sottolineano come i percorsi riabilitativi possano rendere più resilienti i servizi sanitari, consentendo di supportare le fasce di popolazione più vulnerabili ai cambiamenti climatici in corso, che riguardano comunque tutti. Gli obiettivi restano sempre gli stessi: favorire il recupero funzionale delle persone, aiutarle ad adeguarsi alle nuove condizioni e assicurarsi che i soggetti rientrino in società con un ruolo attivo e partecipato.