Il controllo di una protesi transfemorale è influenzato dalle fasi del passo, durante le quali occorre compensare la perdita del ginocchio.
Uno studio approfondito delle fasi del passo protesico è quindi essenziale, come lo è rendere l’utilizzatore cosciente del proprio corpo e di come si muove mentre deambula. Una coscienza che si crea con un adeguato percorso riabilitativo.

Uno studio del Dipartimento di Ingegneria dell’Università di Ferrara ha proposto un metodo per identificare le fasi del passo nei pazienti con protesi transfemorale in diverse condizioni di camminata, oltre a una logica di controllo per una possibile protesi attiva/semiattiva (Di Gregorio, R.; Vocenas, L. Identification of Gait-Cycle Phases for Prosthesis Control. Biomimetics 2021, 6, 22. https://doi.org/10.3390/biomimetics6020022).
Per valutare il passo gli autori si sono serviti di un sensore di carico che, a sua volta, controlla un ginocchio protesico di tipo attivo/semi-attivo, equipaggiato con un piede immobile che immagazzina energia.

Tra i vantaggi di questa modalità di controllo c’è la possibilità di ridurre la parte hardware della protesi e semplificarne i software di controllo, il che rende le protesi meno costose e quindi potenzialmente adeguate anche all’uso nei Paesi in via di sviluppo.
Lo studio del passo qui effettuato ha messo in evidenza sei eventi che devono essere monitorati e controllati per migliorare le performance della protesi. Gli autori hanno poi elaborato un algoritmo di controllo che è stato validato con una simulazione.

Stefania Somaré