La Giornata Mondiale della Trombosi riporta l’attenzione sulla terza malattia cardiovascolare più comune ma spesso sottovalutata, il tromboembolismo venoso, che comprende due condizioni interconnesse: l’embolia polmonare e la trombosi venosa profonda.
A seconda del tipo di vaso in cui il trombo, ossia il coagulo di sangue, si trova si parla di trombosi venosa o arteriosa.
Tra i fattori di rischio vi sono l’ospedalizzazione (si consideri che il 60% dei casi di tromboembolismo venoso si verifica durante o entro 90 giorni dal ricovero ospedaliero), l’essersi sottoposti a intervento chirurgico, l’immobilità prolungata ma anche lo stare seduti con le gambe incrociate. Altri fattori di rischio sono l’assunzione di farmaci a base di estrogeni (es. anticoncezionali orali o i farmaci che riducono i sintomi della post menopausa), la gravidanza, alcune patologie croniche (es. cardiopatia, malattie polmonari, cancro e trattamenti correlati, malattie infiammatorie intestinali), il fumo può aumentare il rischio di trombosi venosa profonda del 24%.
Circa il 50% dei soggetti con trombosi venosa profonda non manifesta sintomi, il che porta questa malattia a essere sotto-diagnosticata. Se presenti, comunque, i sintomi più frequenti sono: dolore e/o dolorabilità (spesso al polpaccio), gonfiore di caviglie e piedi, rossore o perdita di colorito della pelle, calore nella zona interessata.
Gli strumenti per la diagnosi della trombosi venosa profonda sono: l’ecografia, la venografia, la risonanza magnetica, la tomografia computerizzata, il test del D-dimero.
Le strade per la prevenzione sono diverse: per esempio, quando si trascorre seduti un tempo prolungato (es. durante voli a lunga percorrenza o viaggi di durata superiore a quattro ore) è fondamentale alzarsi e camminare ogni due o tre ore per muovere le gambe il più possibile e indossare abbigliamento comodo. Sono d’aiuto anche esercizi semplici, come alzare e abbassare i talloni tenendo le dita dei piedi a terra o contrarre e rilassare i muscoli delle gambe.
Importante anche il ruolo delle calze antitromboemboliche per favorire il normale flusso del sangue e alleviare il dolore e il gonfiore delle gambe.
La terapia prevede farmaci anticoagulanti o trattamenti interventistici per rimuovere il coagulo, alleviare i sintomi e ridurre il rischio di complicanze a lungo termine, come la sindrome post trombotica.