13 ottobre Giornata Mondiale della Trombosi

13 ottobre Giornata Mondiale della TrombosiLa Giornata Mondiale della Trombosi riporta l’attenzione sulla terza malattia cardiovascolare più comune ma spesso sottovalutata, il tromboembolismo venoso, che comprende due condizioni interconnesse: l’embolia polmonare e la trombosi venosa profonda.
A seconda del tipo di vaso in cui il trombo, ossia il coagulo di sangue, si trova si parla di trombosi venosa o arteriosa.

Tra i fattori di rischio vi sono l’ospedalizzazione (si consideri che il 60% dei casi di tromboembolismo venoso si verifica durante o entro 90 giorni dal ricovero ospedaliero), l’essersi sottoposti a intervento chirurgico, l’immobilità prolungata ma anche lo stare seduti con le gambe incrociate. Altri fattori di rischio sono l’assunzione di farmaci a base di estrogeni (es. anticoncezionali orali o i farmaci che riducono i sintomi della post menopausa), la gravidanza, alcune patologie croniche (es. cardiopatia, malattie polmonari, cancro e trattamenti correlati, malattie infiammatorie intestinali), il fumo può aumentare il rischio di trombosi venosa profonda del 24%.

Circa il 50% dei soggetti con trombosi venosa profonda non manifesta sintomi, il che porta questa malattia a essere sotto-diagnosticata. Se presenti, comunque, i sintomi più frequenti sono: dolore e/o dolorabilità (spesso al polpaccio), gonfiore di caviglie e piedi, rossore o perdita di colorito della pelle, calore nella zona interessata.

Gli strumenti per la diagnosi della trombosi venosa profonda sono: l’ecografia, la venografia, la risonanza magnetica, la tomografia computerizzata, il test del D-dimero.

Le strade per la prevenzione sono diverse: per esempio, quando si trascorre seduti un tempo prolungato (es. durante voli a lunga percorrenza o viaggi di durata superiore a quattro ore) è fondamentale alzarsi e camminare ogni due o tre ore per muovere le gambe il più possibile e indossare abbigliamento comodo. Sono d’aiuto anche esercizi semplici, come alzare e abbassare i talloni tenendo le dita dei piedi a terra o contrarre e rilassare i muscoli delle gambe.
Importante anche il ruolo delle calze antitromboemboliche per favorire il normale flusso del sangue e alleviare il dolore e il gonfiore delle gambe.

La terapia prevede farmaci anticoagulanti o trattamenti interventistici per rimuovere il coagulo, alleviare i sintomi e ridurre il rischio di complicanze a lungo termine, come la sindrome post trombotica.