Uno studio sui biofeedback posturali

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Un’équipe di ricerca di Taiwan ha condotto uno studio focalizzato sui sistemi di biofeedback presenti in commercio e sul loro impatto sull’equilibrio.

A differenza di altri studi, però, in questo caso (Yi-Liang Kuo, Pei-SanWang et al. Immediate effects of real-time postural biofeedback on spinal posture, muscle activity, and perceived pain severity in adults with neck pain. Gait & Posture. Volume 67, pgg 187-193. Gennaio 2019) i ricercatori si sono focalizzati su adulti con mal di schiena e hanno studiato un dispositivo presente sul mercato, mentre in studi precedenti i sistemi di biofeedback erano disegnati apposta per la sperimentazione.

La ricerca è stata condotta su 21 adulti che hanno sofferto di dolore alla schiena cronico o ricorrente, di natura non specifica, per un periodo superiore ai 3 mesi, preferendo quelli nei quali il dolore era aggravato da lunghe permanenze al computer.

I ricercatori hanno misurato la postura della spina dorsale, in particolare la flessione del collo, l’inclinazione della testa e gli angoli cervicali e toracici, l’attività muscolare dell’erettore cervico-spinale, dell’alto trapezio e dell’erettore toracico-spinale, e il dolore a collo e spalle riportato dai soggetti quando intenti a digitare alla tastiera, con e senza il sensore di biofeedback.

I risultati sembrano dimostrare l’efficacia dei dispositivi di biofeedback: nel campione selezionato l’uso di questo dispositivo ha permesso di ridurre la flessione del collo, gli angoli del basso torace e l’attività del muscolo erettore cervico-spinale.

Il dolore è però rimasto invariato con o senza il sensore, anche se per tutti è aumentato dopo un’ora di lavoro alla tastiera. Ovviamente questo è un primo studio e richiede ulteriori approfondimenti, magari su un campione più ampio. Sarebbe utile verificare l’efficacia del dispositivo sul lungo termine e il suo ruolo nella prevenzione e nella gestione del mal di schiena.

Stefania Somaré