Snodi pseudo-elastici per il trattamento ortesico

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Ortesi pseudo-elastica per gomito
Ortesi pseudo-elastica per gomito
Ortesi pseudo-elastica per gomito

«Utilizzando snodi pseudo-elastici abbiamo realizzato ortesi che presentano importanti differenze sia rispetto a quelle più tradizionali ad angolo fisso, che mantengono l’arto in una posizione prefissata per molto tempo, sia da quelle definite “dinamiche” le quali, in generale, consentono una maggiore mobilità ma che sono realizzate con materiali più tradizionali come molle di acciaio o tiranti in qualche genere di fibra naturale o sintetica», spiega l’ingegner Simone Pittaccio del Cnr-Ieni di Lecco, impegnato nello studio di leghe a memoria di forma. In questo studio sono state messe a confronto ortesi tradizionali ad angolo fisso e ortesi che utilizzano snodi realizzati con materiali pseudo-elastici. Su una coorte di venticinque soggetti con esiti di trauma cranico, sindromi spastiche e paresi, si sono ottenuti risultati simili dal punto di vista del controllo dell’escursione del movimento e della spasticità. Le ortesi pseudo-elastiche però si sono rivelate più tollerabili per i pazienti, portando a un risultato importante per il comfort e la possibilità di somministrare il trattamento anche in casi di difficile gestione. Dal punto di vista clinico, inoltre, le nuove ortesi hanno consentito una riduzione della rigidità visco-elastica dell’articolazione che è un fattore fondamentale nel recupero funzionale. La parte passiva della rigidità articolare, correlata alle caratteristiche intrinseche del muscolo, è in effetti variata sia applicando l’ortesi tradizionale sia applicando quella pseudo-elastica nel corso del trattamento di monitoraggio. Nel caso delle ortesi pseudo-elastiche, però, si è avuta una diminuzione della rigidità visco-elastica, mentre con quelle tradizionali è stato registrato un aumento di questo parametro. Un fatto che può avere conseguenze importanti a lungo termine nel paziente: se la rigidità articolare peggiora, il paziente potrebbe necessitare, infatti, di trattamenti molto prolungati a lungo termine, se non addirittura di trattamenti invasivi come la chirurgia per correggere situazioni molto strutturate. Questi snodi sono stati brevettati e, attualmente, il brevetto è di proprietà del Cnr; un brevetto non sfruttato dal punto di vista commerciale e quindi potenzialmente disponibile per aziende private.