In Italia la sindrome del tunnel carpale interessa tra il 3% e il 5% della popolazione generale, con picchi che raggiungono l’8% nella popolazione attiva. Esistono lavori che predispongono allo sviluppo di questa patologia dolorosa, ovvero quelli che necessitano di gesti come sollevamento di pesi, presa e flessione dei polsi, perché contribuiscono a comprimere il nervo mediano: si parla di muratori, carpentieri e altri lavoratori edilizi, meccanici, addetti alle pulizie, ma anche infermieri, bambinai e badanti. Alcuni studi indicano anche gli impiegati che usano mouse e tastiera come a rischio di sviluppare questa sindrome.
L’età più comune per l’esordio è inclusa tra i 40 e i 60 anni, mentre il genere femminile risulta essere più colpito, con una frequenza 3 volte superiore a quello maschile.
Sintomi comuni della sindrome del tunnel carpale sono formicolio, dolore, intorpidimento e debolezza, soprattutto a carico delle tre prime dita della mano. Caratteristico è il peggioramento notturno, oppure durante le attività ripetitive. Ora l’Istituto Ortopedico Rizzoli di Bologna sta cercando pazienti da includere in un nuovo studio clinico, chiamato ECHO-TUNNEL.
Sindrome del tunnel carpale: lo studio
Lo studio del Rizzoli è rivolto a pazienti, tra i 18 e i 65 anni, che abbiano ricevuto una diagnosi di sindrome di tunnel carpale con esame clinico ed elettromiografia e che non si siano mai sottoposti a un intervento operatorio per la stessa patologia.
Inoltre, i pazienti coinvolti non devono soffrire di diabete non controllato o patologie reumatiche. Risultava motivo di esclusione dallo studio anche l’aver avuto precedenti fratture al polso.
ECHO-TUNNEL è uno studio randomizzato controllato, per cui i pazienti verranno assegnati in modo casuale a uno dei due gruppi: quello di studio riceverà un intervento con tecnica mini-invasiva, sotto guida ecografica, mentre il gruppo di controllo verrà sottoposto all’intervento tradizionale, con tecnica collaudata e sicura.
Nel primo caso l’intervento sarà eseguito attraverso un piccolo foro e in tecnica artroscopica, mentre nel secondo a cielo aperto. Entrambe le tecniche vengono eseguite con anestesia locale.
Scopo dello studio è valutare efficacia e sicurezza della tecnica mini-invasiva rispetto a quella tradizionale nel trattare i pazienti con sindrome del tunnel carpale. A tal fine, verranno valutati dei parametri di efficacia.
Lo studio viene condotto dal dottor Federico Pilla, chirurgo ortopedico della struttura semplice Chirurgia della Mano dell’Istituto Ortopedico Rizzoli che afferisce infatti alla Clinica Ortopedica e Traumatologica I del Rizzoli, guidata dal professor Cesare Faldini. I risultati dello studio contribuiranno a migliorare il trattamento chirurgico di questa sindrome.
Fonte: https://www.ior.it/news/sindrome-del-tunnel-carpale-reclutamento-di-pazienti