Tra i metodi utilizzati per il trattamento conservativo della scoliosi c’è il metodo Schroth. Un recente studio cinese randomizzato e controllato, condotto dalla Bengbu Medical University, valuta l’opportunità di aggiungere al metodo Schroth un percorso basato su propriocezione e allenamento sensoriale.
62 i pazienti arruolati, tutti con scoliosi lieve: 31 di questi sono stati allocati al gruppo di studio, mentre gli altri 31 a quello di controllo. Tutti i partecipanti hanno seguito il medesimo protocollo riabilitativo con metodo Schroth, 3 volte la settimana per 12 settimane: il gruppo di controllo, della durata di 90 minuti, mentre il gruppo di studio della durata di 60 minuti.
I partecipanti al gruppo di studio hanno seguito un ulteriore sessione da 30 minuti incentrata sulla propriocezione respiratoria e sull’allenamento sensoriale, per esempio coordinando specifici movimenti con l’inspiro e l’espiro, o allenandosi a stare su un solo piede e così via. Il protocollo utilizzato è ampiamente spiegato nello studio, disponibile su “European Journal of Medical Research”.
I parametri presi in considerazione
Le possibili differenze negli esiti dei due tipi di riabilitazione sono stati valutati grazie a una serie di indici, in primis l’andamento dell’angolo di Cobb, parametro fondamentale per verificare la progressione scoliotica. Accanto a questa misura, gli autori hanno valutato anche l’angolo di rotazione del tronco, la mobilità della colonna e il questionario della Scoliosis Research Society-22, utile per valutare il livello di funzionalità motoria del paziente, il dolore provato, la sua auto-immagine, la salute mentale e la soddisfazione rispetto al trattamento seguito.
Tutti i parametri sono stati misurati prima dell’avvio del percorso riabilitativo e alla fine dello stesso. Se inizialmente le misurazioni non hanno evidenziato differenze significative né tra i membri dei due gruppi, né all’interno di uno stesso gruppo, i valori registrati a fine percorso mettono in evidenza delle differenze interessanti.
I risultati dello studio suggeriscono che la sinergia dei due metodi studiati è ottimale
Alla fine dei 3 mesi di percorso riabilitativo, tutti i partecipanti allo studio hanno raggiunto miglioramenti interessanti in tutti i parametri valutati. Partiamo dai parametri fisici, ovvero angolo di Cobb e angolo di rotazione del tronco: entrambi i parametri hanno subito delle riduzioni, con successo maggiore nel gruppo di studio, rispetto a quello di controllo.
Questi i numeri:
- nel gruppo di studio l’angolo di Cobb è diminuito tra il -8,27 ± 2,65,
- mentre in quelli di controllo tra il -4,27 ± 2,98,
- l’angolo di rotazione del tronco è diminuito rispettivamente del -3,43 ± 2,41 e -1,57 ± 1,65.
Per quanto riguarda la mobilità della colonna, misurata con la distanza tra le dita e il suolo in una flessione laterale, le differenze ci sono ma sono meno evidenti: il gruppo di studio passa infatti da 19.833 ± 2.677 a 16.800 ± 1.679 per il lato sinistro, mentre quello di controllo da 19.683 ± 2.961 a 17.967 ± 2.501. La situazione sul lato destro è molto simile.
Anche le differenze nel questionario della Scoliosis Research Society-22 sono meno evidenti. Se prendiamo in considerazione il valore complessivo delle 5 aree indagate, infatti, il gruppo di studio passa da 16.133 ± 0.795 a 17.277 ± 0.577, mentre quello di controllo da 16.213 ± 0.853 a 16.963 ± 0.486. In conclusione, questi risultati suggeriscono la bontà di affiancare a un percorso conservativo con metodo Schroth per scoliosi lieve un percorso di propriocezione e allenamento sensoriale.


