L’approccio chirurgico alla scoliosi idiopatica nell’adolescente può cambiare a seconda del sistema di riferimento in cui ci si trova, con aree del mondo in cui viene effettuata prima rispetto ad altre. I valori temporali fanno riferimento ai valori dell’angolo di Cobb, che danno indicazione della gravità della deformazione. Generalmente si pensa all’intervento quando questa misura supera i 45°-50°, anche se negli ultimi anni si sta spostando la soglia ai 60°.
Ci sono studi, infatti, che evidenziano la capacità di un indossamento h24 del giusto corsetto nel contenere i danni da scoliosi negli adolescenti. Occorre valutare anche il potenziale di crescita del paziente, perché fortemente connesso con il rischio di progressione della scoliosi. Un recente studio, condotto dal Dipartimento di Chirurgia Ortopedica dello Spine Center del Samsung Medical Center, affiliato con la Facoltà di Medicina dell’Università di Seoul, e dell’Ospedale Haeundae Bumin Hospital di Busan (Corea), si concentra sulle possibili conseguenze dell’intervento sulla colonna, in termini di rigidità acquisita e disabilità conseguente.
Pubblicato su “CiOS – Clinical Orthopaedic Surgery”, lo studio cerca di valutare la rigidità acquisita in base alla vertebra più bassa del paziente sottoposta a fissazione strumentata durante l’intervento (LIV).
Come varia l’indice SRDI prima e dopo l’intervento
Questo studio retrospettivo coinvolge 174 pazienti di età media 13,8 anni e angolo di Cobb medio di 61,5°, sottoposti a chirurgia per scoliosi idiopatica e seguiti per un follow up minimo di due anni.
Gli autori hanno calcolato la disabilità acquisita dovuta a rigidità di ogni paziente con l’indice Stiffness-Related Disability Index (SRDI), composto da 12 elementi. Questo valore è stato quindi messo a confronto con il livello a cui è arrivata la fissazione durante l’intervento, in termini di vertebra.
Queste, alcune delle osservazioni presentate dagli autori. Le prime riguardano l’indice SRDI stesso, che vede un incremento dopo l’intervento, in particolare in 9 specifici elementi: seduta con ginocchio in estensione, seduta a gambe incrociate, fare squat, lavarsi i capelli, indossare i pantaloni, mettersi le scarpe, tagliarsi le unghie dei piedi e alzarsi dalla posizione supina, molti di questi aspetti riguardano azioni del quotidiano.
Inoltre, una analisi con correlazione di Pearson mostra come questi valori di SRDI vadano di pari passo con i valori dell’Indice di disabilità di Oswestry. I valori di SRDI correlano bene anche con i risultati di due questionari sottoposti ai pazienti, ilo Scoliosis Research Society-22 questionnaire e il 36-Item Short Form Survey.
Chirurgia sicura fino a L3
Per quanto riguarda il livello cui è giunta la fusione: in media, per il campione preso in esame, il livello inferiore della fusione va da T12 a L4: ciò significa che i pazienti con LIV a T12 hanno una media di 9,4 vertebre fuse, mentre quelli con LIV a L1 una media di 10,4, mentre quelli a L3 e L4 una media di 11,9. La correlazione con l’indice SRDI mostra un cambiamento solo per i pazienti con fusione arrivata a L4, per i quali il valore di SRDI aumenta in modo significativo, rispetto agli altri.
Ciò significa, che la fusione vertebrale può essere tranquillamente effettuata fino a L3, anche perché dopo l’intervento si è osservato un miglioramento significativo della qualità di vita. Occorre prestare invece attenzione ai pazienti che necessitano di una fusione fino a L4, perché in quel caso c’è rischio di peggiorare moltissimo la mobilità della schiena e determinare una disabilità acquisita importante, con cui i ragazzi dovranno poi convivere per tutta la vita.
Studio: Park SJ, Lee CS, Kang DH, Park JS. Stiffness-Related Disability Following Surgical Correction for Adolescent Idiopathic Scoliosis: A Comparative Analysis According to the Lowest Instrumented Vertebra Level. Clin Orthop Surg. 2025 Apr;17(2):258-266. doi: 10.4055/cios24248. Epub 2025 Mar 14. PMID: 40170782; PMCID: PMC11957823.