Negli ultimi anni sono aumentate le sperimentazioni incentrate sull’uso della teleriabilitazione come strumento per rendere più accessibili e sostenibili i servizi riabilitativi, la cui richiesta è in continua crescita, in gran parte per l’aumentata esigenza da parte di una popolazione sempre più anziana e colpita da patologie ortopediche o neuromuscolari.
La riabilitazione a distanza può utilizzare diversi strumenti, tra i quali la video-conferenza, che consente allo specialista di “visitare” il paziente e di seguirlo attivamente durante l’esecuzione degli esercizi assegnati.
Diversi studi in letteratura dimostrano l’efficacia e la sicurezza della teleriabilitazione nel garantire esiti clinici almeno simili a quelli offerti da un percorso tradizionale, ma come sempre sono le revisioni a fornire le più forti indicazioni di evidenza.
Di recente la rivista Clinical Rehabilitation ha pubblicato un lavoro di revisione sistematica e metanalisi incentrato proprio sulla videoconferenza come strumento per seguire il paziente che necessita di riabilitazione, focalizzandosi in particolare sulla sua sicurezza.
Il lavoro è condotto dal Recover Injury Research Centre dell’Università del Queensland, in Australia, con la partecipazione dell’Istituto di Ricerca Biosanitaria di Granada, in Spagna.
Caratteristiche degli studi inclusi
Gli autori della revisione hanno utilizzato diversi motori di ricerca per individuare studi randomizzati controllati che mettano a confronto efficacia e sicurezza della riabilitazione in presenza con quella a distanza.
Gli studi selezionati sono in tutto 22, per un totale di 2082 pazienti, sottoposti a riabilitazione per diverse condizioni cliniche, tra le quali anche patologie muscoloscheletriche, neurologiche e conseguenze di traumi; le cause più frequenti di riabilitazione sono ictus e artrosi di ginocchio.
La qualità degli studi, valutata con Cochrane Risk of Bias tool 2 rivisitato, risulta essere abbastanza buona, con un rischio valutato nell’insieme degli studi come basso. Occorre tuttavia sottolineare che, con particolare riferimento alla valutazione degli eventi avversi, la maggior parte degli studi presenta un rischio di bias alto o preoccupante.
Gli eventi avversi
Solo 13 degli studi inclusi nella revisione tengono conto degli eventuali eventi avversi, nella maggior parte dei casi affidandosi a valutazione specialistiche, e in 3 studi basandosi su quanto riportato dal paziente stesso.
Concentrandoci ora solo sui pazienti seguiti in teleconferenza, la revisione evidenzia un solo evento avverso maggiore verificatosi tra i pazienti in teleriabilitazione, in particolare un evento di ictus accaduto entro 3 ore dalla sessione di esercizi, quindi potenzialmente collegato alla riabilitazione stessa.
Accanto a questo evento ne vengono segnalati altri di natura lieve-moderata, sempre tra i pazienti seguiti a distanza, per lo più dolore transiente, sintomo che compare per lo più in presenza di esercizi si resistenza e che interessa anche i pazienti trattati in presenza.
Nel complesso, la meta analisi non sottolinea differenza significative negli eventi avversi che accadono in sessioni in teleriabilitazione e in riabilitazione in presenza, il che non significa che non ci siano, ma solo che a oggi la qualità degli studi non consente di raggiungere evidenze certe.
Gli autori sottolineano l’importanza di aumentare la trasparenza nei disegni di studio in merito agli strumenti usati per valutare gli eventi avversi, così da ridurre il rischio di bias e aumentare la qualità degli studi stessi.
Brown RC, Simmich J, Cuthbert R, Ross MH, Molina-Garcia P, Russell TG. Safety of videoconferencing for physical rehabilitation and exercise: A systematic review and meta-analysis. Clinical Rehabilitation. 2025;39(9):1219-1242. doi:10.1177/02692155251361916.