Man mano che la tecnologia avanza, le protesi mioelettriche riescono sempre più a sopperire all’arto nativo, ridonando al paziente autonomia nel proprio quotidiano e, in alcuni casi, anche un certo biofeedback sensoriale.
Le tecniche per connettere queste protesi al sistema nervoso residuo del paziente sono differenti. Tra queste vi è la combinazione tra osteointegrazione e reinnervazione muscolare mirata, che va a recuperare il controllo nervoso tramite i muscoli residui del moncone e dell’arto più in generale.
Un recente studio statunitense, condotto da diverse università e relativi centri ospedalieri, confronta l’efficacia di questo approccio con quelli ottenuti in due diversi gruppi di controllo: il primo è costituito da 6 utilizzatori di protesi mioelettrica che non sfrutta per agire né l’osteointegrazione né la reinnervazione muscolare mirata, mentre il secondo da 6 amputati con protesi mioelettrica che utilizza la reinnervazione muscolare mirata come strumento di controllo.
Pubblicato su PM&R, lo studio è da considerarsi pilota, dal momento che include solo 3 casi studio. L’arto preso in considerazione è quello superiore, con amputazione transomerale.
Il trattamento sinergico aumenta l’uso della protesi
I risultati ottenuti con i 3 diversi approcci sono stati confrontati con i test di Wilcoxon Mann-Whitney e di Fisher. Le misure tenute in considerazione sono le seguenti: 11 di destrezza, 5 funzionali, 5 di soddisfazione della protesi, 4 di qualità di vita, 7 di esperienza del paziente, 4 di uso della protesi e 10 di dolore.
In questo modo il team è riuscito a studiare l’intera esperienza dell’uso della protesi, sia dal punto di vista del paziente sia da un punto di vista più oggettivo.
La conclusione a cui sono giunti gli autori è che l’approccio combinato descritto sia in grado di garantire maggiore salute all’arto residuo, maggiore intuizione di utilizzo e più ore di utilizzo al giorno, il che significa anche godere appieno delle potenzialità offerte da una protesi mioelettrica ed essere più autonomi.
Gli ambiti in cui la combinazione di trattamenti porta esiti migliori
Per scendere nel dettaglio, lo studio individua gli aspetti che sono migliori nel gruppo di studio rispetto al primo di controllo: si tratta dello score Brief Activity Measure, Prosthesis Evaluation Questionnaire Residual Limb Health, Patient Experience Measure Intuitiveness e ore di uso della protesi al giorno.
Il confronto con il secondo gruppo ha evidenziato più ambiti: i pazienti del gruppo di studio si sono dimostrati più soddisfatti di quelli di controllo, ottenendo anche score maggiori per la scala Upper Extremity Functional Scale for Prosthesis Users One-handed Task.
Altri aspetti risultati migliori nel gruppo di studio sono quelli del Modified Prosthesis Evaluation Questionnaire, della scala Residual Limb Health e della sezione Patient Experience Measure della scala sulla intuitività del sistema. Questi risultati devono essere però confermati da uno studio più ampio.
Webster J, Heckman J, Borgia M, Delikat J, Resnik L. Outcomes in transhumeral upper limb amputation with osseointegration and targeted muscle reinnervation: A preliminary observational cohort study. PM R. 2025 May 29. doi: 10.1002/pmrj.13407. Epub ahead of print. PMID: 40439344