Studio di ISICO presenta tre modelli, uno per fase di età, che ben descrivono lo sviluppo della scoliosi.
L’evoluzione della scoliosi idiopatica è influenzata dalla crescita del soggetto, ma non sappiamo ancora in che modo né se ciò sia sempre vero. La letteratura ci dice, infatti, che c’è molta eterogeneità in questo senso, con soggetti che peggiorano molto durante la crescita e altri che, invece, progrediscono pochissimo, se non nulla.
Per capire meglio come la pubertà influenzi la scoliosi, un team dell’Istituto Scientifico Italiano Colonna Vertebrale ha già presentato un modello capace di prevedere lo sviluppo della curva scoliotica nel 47% dei casi, con un buon grado di precisione.
Lo studio corrispettivo è pubblicato su European Spine Journal. Ora lo stesso team vuole migliorare il proprio operato, dividendo in tre il proprio modello, sposando l’ipotesi fatta da Duval, Beaupère et al. che nello studio “Threshold values for supine and standing Cobb angles and rib hump measurements: prognostic factors for scoliosis” parlano di tre fasi nella progressione della scoliosi: una prima curva, lenta, dalla diagnosi alla pubertà; un peggioramento repentino fino al grado di Risser 3; una fase di assestamento che si conclude con la fine della crescita.
I tre modelli
Nel loro nuovo lavoro, sempre pubblicato su European Spine Journal, gli autori analizzano nuovamente i dati dello studio precedente, ma nella nuova ottica, cercando quindi tre modelli capaci di prevedere l’andamento della curva scoliotica di un paziente nelle tre diverse fasi di crescita.
Il lavoro va anche a valutare la bontà dei modelli individuati. Il lavoro coinvolge 1563 pazienti, così divisi: 275 nel gruppo “before”, 972 nel gruppo “at” e 316 nel gruppo “after”. Gli avverbi temporali hanno senso se si prende come punto di riferimento la pubertà. Il team osserva così che, effettivamente, si hanno peggioramenti della curva sono più considerevoli nella fase “at”, importanti nella fase “before” e lievi nella fase “after”.
Inoltre, confermano che i modelli neo sviluppato, focalizzati sulle singole fasi di crescita, descrivono meglio ciò che accade rispetto al modello unico presentato nel passato. Più nel dettaglio, il modello “before” raggiunge una predizione del 74,2%, con una precisione del ± 5o, mentre il modello “after” si attesta sul 71,8%. Il modello “at”, invece, è più abile con le ragazze (68,2%) che con i ragazzi (60,4%). Si può comunque vedere che il successo di tutti e tre i modelli è superiore a quello del modello unico. Le previsioni di “before” e “at” riguardano i due anni successivi, mentre quelli di “after” arrivano a tre anni.
Ricadute cliniche
La possibilità di predire con ragionevole certezza come evolverà la curva del paziente nel futuro può avere delle interessanti ricadute cliniche. Anzitutto, questa informazione può essere usata come strumento per rendere ancora più incisivo il confronto con i genitori dei giovani pazienti, convincendoli dell’importanza di utilizzare un corsetto, se necessario, anche se fastidioso e magari inizialmente poco accettato dal paziente stesso.
Conteporaneamente gli stessi strumenti possono essere utili per parlare con il paziente e lavorare sulla sua conoscenza della propria condizione. Dal momento che sappiamo come la compliance al trattamento conservativo sia particolarmente importante nella scoliosi, le possibilità descritte sopra sembrano davvero importanti.
Lo studio: Negrini S, Yaskina M, Donzelli S, Negrini A, Rebagliati G, Cordani C, Zaina F, Parent EC. Puberty changes the natural history of idiopathic scoliosis: three prediction models for future radiographic curve severity from 1563 consecutive patients. Eur Spine J. 2024 Sep 14. doi: 10.1007/s00586-024-08487-0. Epub ahead of print. PMID: 39276221