Di recente la Mayo Clinic ha pubblicato un articolo incentrato sulle onde d’urto focali e radiali, indicandone non solo le indicazioni più aggiornate e i benefici, ma anche le controindicazioni e i possibili effetti collaterali.

Autore dell’articolo è Joshua M. Romero, fisiatra e specialista di Medicina dello Sport della Mayo Clinic’s Sports Medicine Center di Rochester, in Minnesota, professionista che spesso utilizza questo tipo di onde curative nella propria pratica clinica.

Onde d’urto focali e onde di pressione radiale

Nell’articolo si sottolinea che il meccanismo d’azione delle due tecnologie è differente e che solo le onde d’urto focali determinano vere onde d’urto a carico dei tessuti trattati: queste differenze si evidenziano anche nel tipo di patologia che si può trattare con le due tecniche. Infatti, le onde di pressione radiale presentano la massima forza nei tessuti vicini all’erogatore, mentre le onde d’urto manifestano la loro massima forza a una profondità ben precisa, stabilita dal terapeuta a seconda del device utilizzato, dell’applicatore e della densità del tessuto da trattare: come conseguenza, le onde di pressione radiali sono ideali per trattare tendinopatie e fascipatie, mentre le seconde possono essere utilizzate per tendinopatie e fasciopatie, così come per problemi correlati all’osso.

Le onde d’urto hanno, inoltre, la capacità di stimolare le cellule progenitrici dell’osso a differenziarsi. Romero spiega alcuni dei meccanismi biologici alla base della capacità curativa di entrambi i tipi di onda: «Si ritiene che la trasmissione di onde acustiche induca una meccanotrasduzione cellulare, causando uno spostamento cellulare che a sua volta innesca una segnalazione cellulare secondaria, promuovendo la migrazione e la proliferazione cellulare. Può anche causare un aumento della vascolarizzazione e agire sulle vie del dolore per ridurre il dolore attraverso l’aumento di sostanze inibitrici locali del dolore e l’iperstimolazione dei nocicettori».

Inoltre, questi trattamenti presentano un ottimo rapporto costo/efficacia, soprattutto se confrontati con altre procedure, come quelle chirurgiche. Vediamo ora quali sono le principali indicazioni e controindicazioni all’uso delle onde d’urto focali e delle onde di pressione radiale.

Indicazioni e controindicazione

Le indicazioni per l’uso delle onde d’urto focali e onde di pressione radiale crescono nel tempo, di pari passo con le evidenze individuate in letteratura. La Società internazionale per il trattamento medico con onde d’urto (ISMST) fornisce le seguenti indicazioni: tendinopatie croniche, comprese le tendinopatie con calcificazione della spalla; epicondilopatie laterali del polso; tendinopatia patellare; tendinopatia dell’Achille; fascite plantare con o senza sperone calcaneare; sindrome dolorosa del grande trocantere.

Le terapie a base d’onda possono essere poi utilizzate anche a carico dell‘osso, per favorire la guarigione delle non-union, delle fratture da stress, del ritardo di consolidazione di una frattura e della necrosi avascolare, senza squilibrio articolare.

Le controindicazioni cambiano a seconda della quantità di energia utilizzata. Le onde a bassa intensità, per esempio, possono arrecare danno al feto e ai tumori maligni, mentre quelle ad alta intensità non vanno utilizzate in presenza di coagulopatie gravi, se nell’aria di trattamento c’è un tumore maligno, tessuto polmonare, cervello, colonna vertebrale e piatto epifiseale.

«In generale – conclude il dottor Romero – le terapie con onde d’urto sono sicure ed efficaci. Sono una valida alternativa alle infiltrazioni e alla chirurgia. Le evidenze cliniche che ne supportano l’uso sono in espansione e molti pazienti preferiscono trattamenti non invasivi». Tuttavia, occorre imparare a utilizzare questi metodi al meglio, per ridurre al massimo le possibili complicanze e ottenere il miglior risultato clinico.

Fonte: https://www.mayoclinic.org/medical-professionals/physical-medicine-rehabilitation/news/shockwave-treatment-a-new-wave-for-musculoskeletal-care/mac-20590258

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