La caviglia è l’articolazione più complessa dal punto di vista anatomico e la neuroriabilitazione spesso non porta grandi esiti per i pazienti, che si trovano quindi a convivere con una situazione di difficile gestione.

Questo l’assunto alla base di uno studio australiano che evidenzia come negli ultimi anni i piani neuroriabilitativi robot-assistiti siano decisamente migliorati, portando a esiti interessanti (Hussain S, Jamwal PK, Vliet PV, Brown NAT. Robot Assisted Ankle Neuro-Rehabilitation: State of the art and Future Challenges. Expert Rev Neurother. 2020 Nov 16:1-11. doi: 10.1080/14737175.2021.1847646. Epub ahead of print. PMID: 33198522).
Anche se, evidenziano gli autori, è essenziale sviluppare metodi più sensibili e autorevoli per la generazione delle traiettorie riabilitative così come valutazioni oggettive e quantitative per stabilire il vero ruolo clinico dei robot riabilitativi.
Per la caviglia vale quindi quanto già in essere per le altre articolazioni: il mondo della ricerca sta ancora cercando di capire se i robot siano davvero più utili della riabilitazione tradizionale.
Lo studio è quindi una revisione comprensiva di tutti gli studi che mostrano sviluppi recenti nell’uso di queste apparecchiature per la caviglia, in soggetti sani o con delle disabilità locali.

Stefania Somaré