Malattie croniche, un problema sociale

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Avere una o più patologie croniche o rare o accudire una persona malata ha costi diretti e indiretti della malattia che risultano insostenibili per un numero crescente di pazienti e famiglie. La situazione delle malattie croniche e rare in Italia coinvolge, secondo l’Istat, quasi il 38% della popolazione, colpita da almeno una patologia cronica, mentre il 20% dichiara di avere almeno due patologie, con forti ripercussioni a livello economico e sociale. Nel dettaglio, il 16,7% degli italiani soffre di ipertensione e il 16,4% di artrosi o artrite, mentre le allergie interessano un cittadino su 10. Seguono osteoporosi (7,4%), bronchite cronica o asma bronchiale (5,9%) e diabete (5,4%).
Questa la fotografia scattata da Exposanità (la manifestazione dedicata alla sanità e all’assistenza che si tiene a Bologna dal 21 al 24 maggio) e Cittadinanzattiva.

Secondo il rapporto 2013 “Permesso di cura”, in Italia l’84% degli aderenti al Coordinamento Nazionale delle Associazioni dei Malati Cronici di Cittadinanzattiva dichiara che i pazienti non riescono a conciliare l’orario di lavoro con le esigenze di cura e assistenza, al punto che hanno ricevuto segnalazioni di licenziamenti o mancato rinnovo del rapporto lavorativo, che nel 63% dei casi riguardavano persone con patologie croniche e invalidanti e nel 41% dei casi i familiari che li assistono. Critici anche i dati relativi ai costi dell’assistenza non garantita dal Servizio Sanitario Nazionale, troppo onerosa per il 54% degli intervistati, così come la distanza tra l’abitazione e il luogo di cura (41%). Proprio sulla necessità di una sanità diffusa e radicata sul territorio per quanto riguarda l’assistenza, Exposanità ospiterà sabato 23 maggio il convegno di Cittadinanzattiva “Lo spostamento sul territorio delle attività di prevenzione, diagnostica e terapia, correlate al tema delle malattie croniche e rare” per analizzare e confrontare le diverse modalità in cui si esprime l’assistenza sanitaria, alla luce del fatto che ben l’80% delle associazioni dichiara che i pazienti rinunciano all’assistenza soprattutto per quanto riguarda la riabilitazione (63%), l’accesso ai farmaci (37%), gli esami di controllo (37%) e l’assistenza domiciliare (33%).

«Lo spostamento verso il territorio dei percorsi di cura e assistenza», dichiara Marilena Pavarelli, project manager di Exposanità, «è una dinamica che la manifestazione ha sostenuto negli anni nel contribuire ad affermare un modello policentrico della sanità che affianchi al tema della cura quello dell’assistenza. Un modello che può reggersi solo attraverso un’attenta organizzazione dei servizi e un’adeguata formazione del personale, elementi questi da sempre al centro delle attività formative che anche in questa edizione caratterizzeranno Exposanità».

Per molti cittadini l’estremo risultato delle difficoltà sociali ed economiche legate a una patologia cronica è il nascondere la patologia stessa in alcuni contesti, fra cui quello lavorativo: se il 49% evita di prendere sul lavoro permessi per cura, il 43% nasconde la propria patologia e il 40% si accontenta di eseguire un lavoro non adatto alla propria condizione, il 60% dichiara inoltre di aver avuto difficoltà nella concessione dei permessi retribuiti e il 45% nella concessione del congedo retribuito di due anni.